All'ombra delle farfalle in fiore - il giardino e le sue storie, di Francesca Marzotto Caotorta, ed. Mondadori, 2011, pp. 230, euro 17,50. Un bellissimo libro, nato dalla penna della fondatrice della rivista Gardenia nonchè ideatrice della manifestazione Orticola.
Il libro si divide in due parti: nella prima, l'autrice affronta degli aspetti per così dire "generali", ossia relativi alle questioni più comuni (ma non scontate), del fare un giardino: il progetto, la scelta delle piante, dei colori delle fioriture, come gestire l'irrigazione e quanto è importante conoscere la natura del suolo che coltiveremo. Nonostante siano argomenti un po' triti, che i più diffusi manuali sul giardinaggio affrontano, la Marzotto Caotorta mantiene alta l'attenzione del suo lettore inserendo consigli preziosi che derivano dalla sua vasta preparazione sul tema. Il prologo del libro ha una nota personale (l'autrice ci racconta di essersi appassionata al mondo delle piante grazie alla sua famiglia e in particolare al padre), ma il resto dell'opera è un interessante "carnet" (come lei stessa lo definisce) di appunti tutto dedicato all'apprendista giardiniere, per aiutarlo a sfoderare il proprio talento per il verde.
Nella seconda parte del libro, divisa in quattro capitoli intitolati ognuno ad una stagione, la scrittrice-paesaggista, partendo dalla primavera, predispone una carrellata di piante, alberi e suggerimenti per sfruttare al meglio ciò che ogni periodo dell'anno dà attraverso la vegetazione. Interessantissimi i consigli per predisporre un giardino resistente alla siccità, che si ispirano alle tecniche dei giardinieri arabi e medievali:
"Viaggiando fra Spagna e Marocco si vedono ancora sistemi di aiole in lieve pendenza, delimitate da cordoli di terra, come a formare grandi catini. A sera si annaffia la prima aiola in alto fino a colmarla, l'acqua vi rimane giusto il tempo di impregnare il terreno, poi viene aperto nel cordolo un passaggio in modo che l'acqua defluisca nell'aiola a valle o in quella adiacente, e così via. In questo modo viene bagnato solo il terreno e non il resto della pianta, che ne patirebbe" (p. 107).
La parte migliore del libro, a mio parere, comincia dal capitoletto del giardino di metà agosto (con "dritte" per avere un bel giardino in un periodo della bella stagione un po' trascurato). Da leggere i capitoli sull'autunno e sull'inverno.
Un aspetto che mi ha affascinato molto della Marzotto Caotorta: è un'esperta di tante varietà botaniche, anche molto rare, ma è capace di dare consigli molto fini su come organizzare un'aiola mettendo insieme delle semplici begonie, dei tropeoli e dei tageti.
Un'ultima osservazione: l'autrice non rinuncia a qualche accento ironico e autoironico: "A volte si ha l'impressione che il tema del fascino dei giardini tardivi sia assimilabile ai discorsi di chi prospetta meraviglie per la vitalità e l'erotismo della terza età. E proprio come può essere consolante e fecondo l'incontro con una persona anziana e vitale, così incantevole è la vista di un giardino che sia fiorito anche d'inverno" (p. 187).
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