giovedì 29 settembre 2011

Maturandi di settembre

Una passeggiata nel giardino di settembre porta a osservare la frutta che si ingrossa sui rami delle piante.
I melograni, poco in consumati sulle tavole contemporanee, mi fanno sempre pensare a come dovevano essere i giardini dell'antichità, quando erano molto più diffusi e gastronomicamente più apprezzati.



Il melograno è una pianta che resta nell'anonimato per la maggior parte dell'anno. I fiori rossi estivi, nonostante il colore, non danno molto nell'occhio e per forma non spiccano troppo sul fogliame. Nel primo autunno, i frutti, eleganti e un po' misteriosi, si fanno rossi sul lato dove più li colpisce il sole.


Il velenoso mughetto fa mostra delle sue bacche, che per niente ricordano le delicate fioriture primaverili.


Il mio cane fa la guardia ai limoni ancora verdi, che ci mettono tantissimo a maturare. E' evidente che il mio cane non ha fretta!

venerdì 23 settembre 2011

Nooo! Minatrici degli agrumi sul mio limone!


Primo giorno d'autunno, con sorpresa.
Stamattina, mentre osservavo orgogliosa la mia pianta di limone con le sue nuove fioriture (qui sopra, foto di fiore senza più petali che mostra un'aspirazione di limoncino, il che vi farà pensare a un'alitata di liquore ma io mi riferisco al frutto che sta per formarsi), il mio occhio di falco (solo in materia di parassiti) ha individuato delle strane e sgradite presenze su alcune foglie della pianta:


Se osservate dove indicano le mie artigianali frecce rosse, noterete dei segni serpeggianti su metà della pagina delle foglie. Sono causati da un minuscolo parassita, un bruchetto di colore chiaro, che erode la superficie delle foglie più giovani, e che, consumato un pasto sufficiente, alla fine si imbozzola arrotolandosi intorno un lembo della foglia. Questo bruco è un genio, come molti bruchi, ma è piuttosto seccante. Nome in codice: Phyllocnistis citrella. Nome comune: minatrice serpentina degli agrumi.
Sono volata immediatamente da un rivenditore di prodotti per l'agricoltura, e per euro 5,80 mi sono portata a casa un prodotto mirato, un insetticida sistemico. Però...
Leggo le prescrizioni supplementari: non contaminare l'acqua con il prodotto o il suo contenitore. Non pulire il materiale di applicazione in prossimità delle acque di superficie. Il prodotto contiene una sostanza molto tossica per le api. Non trattare nè in immediata prefioritura nè in fioritura per evitare la mancata impollinazione ecc.
Mi è passata la voglia di usarlo. Al commerciante avevo fatto presente, al momento dell'acquisto, che il limone (tra l'altro, dopo una pausa di un mese) è in fioritura, ma mi ha detto che faceva lo stesso. Non per fare l'ambientalista della domenica, ma visto che le foglie "serpeggiate" non sono molte, per il momento mi sono limitata a schiacciare, con un sassetto, i bruchetti a mano.
In mezzo alle foglie del limone, altri insetti:



Mimetizzatissimi, ognuno alla propria maniera.
Potete restare, ma non fate buchi!

giovedì 15 settembre 2011

Le Jardin des Plantes a Parigi

Sono da poco tornata da un bellissimo viaggetto a Parigi, durante il quale ho avuto modo di visitare anche qualche giardino. Potete immaginare, ça va sans dire, che nei prossimi giorni pubblicherò alcuni post a riguardo.
Il primo, questo, lo voglio dedicare al Jardin des Plantes, che si trova presso la Gare d'Austerlitz (comodamente raggiungibile dal centro di Parigi in metrò).


Le Jardin des Plantes è un giardino botanico, nato come giardino di erbe officinali nel 1626. Piuttosto ampio, comprende un lungo viale alberato, delle serre restaurate da poco, un piccolo zoo (la Ménagerie), la Grande Galerie de l'Evolution (un museo zoologico sull'evoluzione degli animali, illustrati da esemplari impagliati), le Jardin alpin, e diversi altri servizi e mostre, compreso un ristorante.



Con solo mezza giornata a disposizione, mi sono concentrata sulle aiole coltivate con essenze e fiori (nelle immagini qui sopra, foto della collezione di salvie e di un cartello esplicativo), per poi dirigermi alle serre. L'ingresso al giardino è gratuito, non lo è quello alle serre e agli altri musei.
Nelle prime aiole, vicino all'entrata, si possono vedere le piante officinali di varie specie, tutte identificabili dai cartellini. Salvie, erbe aromatiche, piante di carciofo, piante cardiotoniche, si susseguono lungo un percorso che permette di conoscerle e di apprezzarne gli antichi usi medicali, descritti nelle tabelle che ne indicano i nomi. Si passa poi al giardino che definisco "fiorito", allestito per essere piacevole agli occhi per l'uso decorativo dei colori delle fioriture, ma anche per essere istruttivo, in quanto annovera piante insolite, poco conosciute ed esotiche, accostate con ingegno a piante per noi più familiari, presenti in varietà insolite e poco diffuse.
Mi ha fatto molto piacere trovare anche da queste parti anche una cara "amica", ossia un esemplare di Roca de Venus (hedychium gardneranium). Belli i cespugli di Ipomoea (qui sotto, nella varietà tricolor), che spiccano sul resto della vegetazione per altezza.



Il Jardin des Plantes è molto frequentato dai ragazzi, che vi si recano per fare sport o per ritrarre e studiare le specie coltivate.


Infine, le serre. Magnifiche, permettono di visionare e quasi esplorare la vegetazione dei climi del mondo, in particolare quelli umidi e tropicali, imitandone l'habitat. Qualcosa del genere lo avevo visto anche nelle serre dello Shoenbrun a Vienna, ma non con una simile prosperità e riuscita nell'adattamento all'ambiente artificiale. Tra liane, radici aeree, fioriture di Hoya, orchidee, piante paludose e tante altre epifite, la passeggiata nelle serre è fatta per allietare il visitatore e per stupirlo.




Occhio a dove mettete i piedi, alcuni stagni si possono attraversare camminando attentamente sulle pietre.
Le Jardin des Plantes val bene una visita per chi ama i giardini!

lunedì 5 settembre 2011

Il risveglio del ciclamino

Il ciclamino dimenticato in un angolo per tutta l'estate, senza calendario in mano, sa che è ora di svegliarsi, e alza i primi capolini. Sembra che si stiracchi dopo il torpore estivo.


In realtà, un po' tutte le piante si sono "riposate" durante i giorni più caldi. Anche molte rose hanno ricominciato solo adesso, dopo le prime piogge di settembre, a fiorire. Una seconda primavera.
Il ciclamino non è una pianta, come molti credono, invernale, o che sopporta il freddo. Ama le "mezze stagioni", gli inizi della primavera e l'autunno. Durante l'inverno va ricoverato in luogo protetto. Durante i mesi estivi, merita di riposare all'ombra, dove emette foglie nuove e attende l'abbassamento delle temperature per produrre i fiori. O, semplicemente, aspetta che il giardiniere se ne dimentichi per fargli una sorpresa.

domenica 4 settembre 2011

I fiori del mio bouquet da sposa

Settembre è il secondo periodo dell'anno, dopo maggio e giugno, in cui abbondano i matrimoni, e coppie di sposini invadono i luoghi più belli per farsi fotografare nell'attimo del coronamento del loro sogno.
Sogno che però gli è costato dai sei mesi all'anno e mezzo di preparativi e una "barca" di soldi da spendere tra ristorante, abiti, bomboniere e, ultimo ma non meno importante, il loro nido d'amore, ovvero la casa.
Ne so qualcosa, perchè mi sono sposata in primavera, modestamente anticipando tutta la serie di matrimoni illustri che si sono visti nel 2011.
Il mio bouquet da sposa è stato studiato dalla mia vivaista (vivaio Azzurra di Villafranca di Verona) per adattarlo al mio abito e alla mia statura. La spesa per il mazzo, invece, è stata adattata alle mie tasche.


Si tratta di un bouquet tondo, a palla, costituito da un corpo centrale di rose color avorio, circondato da delicati lilium rosa (per richiamare due decorazioni di colore simile dell'abito). Qua e là, spruzzi di gipsophila e rametti di asparagus. Nell'insieme, un mazzo classico ma con qualche tocco frizzante.
Una rosa avorio con rametti di gipsophila anche nelle "pettorine" del padre e dello sposo.
Per la sposina che volesse essiccare il suo mazzo, segnalo però che asparagus e lilium possono creare qualche difficoltà, perchè tendono a sfaldarsi e a perdere le foglioline.  Le rose e la gipsophila, invece, mantengono la loro integrità in modo sorprendente.


La macchina mi è stata messa a disposizione dal cognatino: si tratta di un cinqcent rosso d'epoca, sul quale sono riuscita a salire con tutto il vestito inondando l'abitacolo di tulle. Sul cofano, è stata applicata una composizione di gigli bianchi e gerbere rosa, attaccata con speciale ventosa. Meglio non guidare forte perchè magari si stacca...
Magnifici fiocchi bianchi sui parafanghetti, appositamente intrecciati da mia sorella. Nella foto qui sopra, potete vedere mentre cercano di "estrarmi" dalla macchina.

Ultima foto, in cui potete ammirare il mio abito rapportato al bouquet (credo che in quel momento mi fosse andato qualcosa nell'occhio).
L'abito unisce la romanticità del taftà di seta, drappeggiato sui fianchi, all'ariosità sbarazzina del tulle. Piccolo strascico, che nelle foto fa sempre un bell'effetto. Maniche d'obbligo, ma separabili dal vestito, perchè aprile è pazzerello.