mercoledì 18 giugno 2014

Sorprese di giugno


E' un po' che latito dal blog, ma l'estate è alle porte e tra lavoro, casa e giardino non so più come cavarmela. Mi spiace inoltre che la mia scheda dei lavori di giugno non sia ancora stata caricata da Blogger: è pronta da venti giorni ma non compare sulla pagina. Boh.
Mentre non ci tengo dietro a tutto quello che ho da fare e le giornate non mi sembrano mai abbastanza lunghe per portare a termine i miei impegni, qualcun altro ha il tempo di stupirmi. Una pianta grassa che coltivo da tempo (credo si tratti di una qualche varietà di Pachyphitum, l'ho comprata senza cartellino) è fiorita per la prima volta in... penso almeno otto anni di cure:



Non avrei mai detto che facesse fiori di questo colore, me li sarei aspettati, se proprio proprio, bianchi. Da quando tengo alcune piante grasse nella serra del sottoscala in inverno, ho notato maggiori fioriture e soprattutto sbocci di specie che prima non si erano mai degnate di aprire una sola corolla. Lo stesso, l'anno scorso, è successo con alcune crassule: fioretti inusitati bianchi. Pochi, ma li hanno fatti.
Mentre facevo al Pachyphitum un po' di fotografie (sta ancora semidimenticato in serra, nell'angolo più remoto, coperto di ragnatele), mi sono girata e dei filetti verdi in un semenzaio hanno colpito la mia attenzione:




Sono nati i semi di ippeastro nano che avevo seminato un mese fa!!!
Ci avevo provato anche l'anno scorso, ma non c'era stato niente da fare. Quest'anno ho innaffiato molto meno, e credo che la tecnica abbia funzionato: umidità costante ma non eccessiva, semina a fine maggio tenendo i vasetti in serra. Ne seminerò altri.
I semi provengono dai fiori di un bulbo che ho acquistato in aprile. Ho usato del terriccio da giardino riciclato da un vecchio vaso (alla faccia della qualità). In mezzo c'è mescolato qualche bozzo di argilla, dalle foto si vede. Due semi per quadrato di vaschetta. Se volete qualche semino per provare anche voi, mandatemi un messaggio.
Cari amici, spero di farmi risentire al più presto, mi assenterò ancora al blog per prendermi qualche giorno di relax. Buone vacanze a tutti voi, che partiate o no vi auguro una splendida estate.

sabato 7 giugno 2014

Il duello è nell'aria

Come ogni anno, i primi giorni di giugno si disputa una piacevole gara tra alcune delle piante più profumate che ci siano: il gelsomino e il caprifoglio.


Il nostro naso è appena stato ammaliato da acacie, rose, e i tigli ancora ci stanno facendo sognare. I boccioloni delle magnolie si stanno schiudendo con tutta la loro potente fragranza, e chi coltiva una gardenia in vaso come faccio io è in attesa trepidante di vederne i petali bianco burro dopo tanti mesi di "silenzio". Ma abbarbicati ai treillage e annodati alle reti di recinzione, caprifoglio e gelsomino si battono ferocemente fra loro per contendersi la palma del rampicante più dolcemente profumato.
Nel giardino di una bottega alimentare a Borghetto (Valeggio sul Mincio -VR) hanno da tempo allestito un "ring" singolare dove i due contendenti fanno bella mostra di sè e incantano il naso dei passanti: come potete vedere nella foto sopra, nella parte sinistra del muro cresce il gelsomino (o meglio falso gelsomino, qui Marcella vi spiega bene la differenza). Nobile, dall'effluvio molto intenso, sensuale, invadente, dai fiori immacolati e dal portamento robusto e compatto, il falso gelsomino è diffusissimo nei giardini, dove, come sempreverde, ricopre spesso non solo paratie ma intere cancellate, fungendo da pianta schermante se non addirittura da siepe.


Sul muro a destra, il caprifoglio: la Lonicera caprifolium, per nominare la varietà più comune, ha fiori bianchi e gialli, sempreverde, portamento disordinato, volubile, direi selvaggio. Non a caso è più facile trovarlo allo stato selvatico che in un giardino, arrampicato sugli alberi, libero, senza padroni e senza la mano di un giardiniere ad indirizzarne la chioma. Per questo spirito indisciplinato e indipendente, e per il profumo più gentile e articolato, è il mio preferito.


Detto anche "abbracciaboschi" o "madreselva" (in inglese anche "woodbind"), chi ha studiato filologia romanza sa che nel Medioevo la colta poetessa Maria di Francia (seconda metà del XII secolo) usò il caprifoglio in letteratura come simbolo dell'amore segreto e profondo tra Tristano ed Isotta. Celebri i bellissimi versi del Lai du Chievrefoil:

D'euls deus fu il (tut) autresi
cume del chevrefoil esteit
ki a la codre se perneit:
quant il s'i est laciez e pris
e tut entur le fust s'est mis,
ensemble poënt bien durer;
mes ki puis les volt desevrer,
li codres muert hastivement
e li chevrefoil ensement.
 «bele amie, si est de nus:
ne vus sanz mei, ne mei sanz vus! »

Traduzione dall'antico francese: Avveniva di loro due/come del caprifoglio/che si avvinghia al nocciòlo/quando si è attaccato e stretto/e attorcigliato al fusto,/assieme possono durare a lungo,/ma se uno li separa/allora il nocciòlo subito muore/e il caprifoglio lo stesso./"Mia bell’amica, così è di noi:/né voi senza di me, né io senza di voi".

A casa coltiviamo entrambi: una posizione romantica e ben combinata per il gelsomino, un po' riparato dalle correnti di aria fredda che ne minano facilmente la resistenza e la bellezza:



Un muro coperto da una cascata di gelsomini a Colà di Lazise (VR)

Lasciato a prendersi la propria iniziativa il caprifoglio, su per un palo di una pergola, non necessita di quasi niente, e non teme il freddo invernale:


L'ho visto anche in uno degli splendidi giardini di Madeira: il fiore era grande cinque volte quello delle nostre zone, quasi il palmo di una mano (mi dispiace non averne una foto disponibile).
E voi, cosa coltivate, quale pianta profumata preferite?

Jasmin against honeysuckle, it's a perfume's battle: the noble, sensual, but really heavy fragrance of jasmin, and the gentle and sweet scent of honeysuckle. I love the second one: it often grows free in nature, climbing a tree. But I cultivate both in my garden. Wich flower do you prefer?