venerdì 29 luglio 2011

Roca de Venus, un pezzetto di Madeira

Oggi è santa Marta, per cui mi regalo questo post.


Due anni fa, durante un viaggio sull'isola di Madeira (Portogallo), ho acquistato un bulbo di Roca de Venus. A dir il vero, non mi ricordo se era un bulbo o un rizoma. E' una pianta diffusissima a Madeira. Il suo nome botanico è Hedychium gardnerianum, alle Hawaii è conosciuta come "kahili ginger", fa parte delle Zingiberaceae (nella sezione "viaggi" di questo blog, andatevi a vedere il post sulle Hawaii). Diffusa nei climi tropicali, dove è considerata pianta invasiva, possiamo permettercela anche noi che viviamo in climi penosi. Il trucco sta, potete immaginarvelo, nel coltivarla in vaso, da tenere al coperto durante l'inverno, perchè questa pianta non sopporta il gelo.


La Roca de Venus produce rami lunghi fino a due metri. Coltivata in vaso, supera tranquillamente il metro di altezza. Produce foglie molto grandi, che fanno venire in mente quelle dei banani. Purtroppo, il mio esemplare ha pagato tanta esuberanza durante una recente grandinata, che le ha rovinato alcune foglie. Ma questi sono i rischi di chi abita nelle zone del lago di Garda.
Un mese fa, la Roca de Venus, che ho piazzato in orto vicino al prugno morto, col vaso sotto il cespuglio della melissa, dopo essere abbondantemente cresciuta, ha emesso una specie di pannocchietta (vedi foto sopra). I miei occhi hanno iniziato a scintillare. La speranza di vedere i fiori mi ha pervasa, per cui ho iniziato a tener d'occhio i successivi sviluppi.


L'anno scorso la pianta aveva tentato una fioritura, ma il sopraggiungere dell'autunno l'ha bloccata. In inverno, la parte aerea è morta completamente. In primavera ho estratto il bulbo e l'ho rinvasato. La pianta è rinata, foglia dopo foglia (meglio: fogliolona dopo fogliolona).
La "pannocchia", tre settimane fa, ha iniziato ad aprirsi. Le foglie che la compongono, se posso chiamarle così, si sono allargate e poi arrotolate su se stesse. Nella terza foto si può vedere il curioso processo. Affascinante quanto elaborato. Dalle nostre parti, che io sappia, non ho mai visto una pianta preparare una fioritura in un modo così impegnativo.


Ora, ogni "rotolino" sta emettendo un fiore. Gli stami sono molto lunghi, le corolle sono leggere e sembrano delle farfalle. La fragranza, molto lodata dalle descrizioni dei botanici, per il momento mi sfugge.


State in campana, quando tutta la spiga sarà fiorita pubblicherò la foto, in un prossimo post.

mercoledì 27 luglio 2011

Albuca spiralis: speriamo che non stia spirando

Albuca spiralis, atto secondo: vi ricordate il precedente post, ai primi di giugno, quando ho raccontato dell'acquisto e del fiore che aveva fatto? dopo un mese, la pianta ha cominciato a seccare i suoi riccioli nonostante le innaffiature regolari. Si è ridotta così:


Ovviamente, con mio grandissimo orrore. Però, da sotto il terriccio, ho visto emergere il bulbo. Un bel "cipollotto" verde chiaro, che deve avere già qualche anno. Siccome è piuttosto turgido al tatto, mi sono un po' rassicurata, e mi chiedo se la Albuca per quest'anno farà qualche altra foglia o fiore. Vi farò sapere. Per il momento, tengo innaffiato perchè il bulbo resti in salute, ma stando attenta a non farlo marcire (come si fa normalmente con tutti i bulbi). Il vaso sta all'ombra, ho tirato via le foglie secche.


Se avete già esperienza di coltivazione di questa pianta, e avete consigli da darmi, fatemi sapere!

sabato 23 luglio 2011

Porri pronti!

Ormai i porri sono pronti per essere raccolti. Hanno un colore bellissimo:


Non ho capito perchè uno di loro è rimasto piccolo, visto che ha goduto delle stesse cure degli altri, e sta proprio in mezzo all'aiola. Boh.

venerdì 22 luglio 2011

Cavolo mitragliato

-'A che te gh'è 'na bestia che la te magna i capussi!-. Me l'ha detto stamattina mio padre mentre estirpavo le erbe infestanti nell'orto. Ho guardato i miei cavoli cappuccio. Il "cuore" di alcuni è ormai bello grosso, duro, pronto per essere raccolto. Sulle "bestie" che mi mangiano i capussi però non sono d'accordo con mio padre. Secondo me, le lumache non mangiano i cavoli. No, li mitragliano:


E tu, ligamasso, cosa usi? un fucile a pallini?

mercoledì 20 luglio 2011

Giardini inconsapevoli

Mi piace vedere i giardini "inaspettati", quelli che nascono per volere del vento, perchè alcuni semi di piante diverse sono stati portati nello stesso vaso dove insieme sono germogliati, senza essere stati toccati dalla mano di un giardiniere umano. In un vaso di rosa bianca a casa mia, è nata un'amicizia insospettabile tra la rosa, una pianta di aquilegia e, più piccola e in basso, una piantina di viola selvatica:


Queste tre piante non lo sanno, ma la loro composizione rispetta perfettamente le regole dell'ikebana, antica arte giapponese della disposizione dei fiori in vaso. Per quel poco che so, l'ikebana chiede che gli elementi della composizione floreale siano dispari, e rappresentino i tre elementi fondamentali nel mondo: la divinità (i fiori più alti), l'uomo e la terra (quest'ultima rappresentata dagli elementi più bassi). Proprio come nel mio vaso: la rosa, la più alta, l'aquilegia, di media altezza, e la violetta, la pianta più piccola. Tra di loro, non si danno noia, ognuna ha l'esposizione solare che le spetta.
Va' quanta saggezza che metto nei miei post!

venerdì 15 luglio 2011

Sulla sincerità e sulle competenze di chi gestisce certi blog

Qualche mese fa, consulto un blog di giardinaggio, piuttosto conosciuto, in quanto appoggiato al sito di un famoso telegiornale. Leggo un articolo, per la verità non firmato, in cui la giornalista che gestisce il blog dice di star coltivando un orto sul balcone di casa sua da due anni (sottolineo, poichè non era specificata la paternità dell'articolo, per me l'autore rimane chi amministra il blog). Tra le piante, anche dei pomodori. L'autrice del post esclama entusiasta come sia bella un'esperienza simile (tenere un piccolo orto sul balcone) e coltivare degli ortaggi, perchè scopri delle cose che da abitante di città non sapevi, come il fatto che tutta la pianta di pomodoro profuma di pomodoro.
Complimentoni, penso io, notevole scoperta, e questa gestisce un così illustre blog di giardinaggio, dopo solo due anni che innaffia tre piante di cetrioli in vaso.
Il fatto è che è facile aprire un blog su un qualsiasi argomento, vendersi come esperti e poi pubblicare solo post su notiziette scopiazzate da altri blog o siti internet. Io preferisco chi nei suoi post parla di esperienze vere e vissute, da dilettanti o da esperti non ha importanza, è la sincerità che conta.


Qualche giorno fa, invece, su un canale terrestre vedo un programma di bricolage (più che bricolage, secondo me era broccolage) in cui la presentatrice, giovane e originalissima nell'inventare cavolate per l'arredamento della casa, mostra ai telespettatori come costruire un piccolo orticello verticale da tenere in cucina: un'asse quadrata con attaccati tre barattoli di latta in cui inserire delle piantine aromatiche.
Finito di mostrare come costruire un simile prodotto di ingegno, la ragazza accarezza la piantina di basilico ed esclama: senti che profumo! non sapevo che il basilico non essiccato profumasse così!
Pietà, penso io, se non sai niente di giardinaggio non è colpa tua (quante cose io stessa non so, nonostante abbia sempre le mani "in terra"). Ma quelle piantine lì sono esseri viventi, quanti giorni pensi che possano resistere tenute appese a un muro in una cucina buia e con la scarsa probabilità che qualcuno si ricordi di innaffiarle? e poi, se non sai niente (ma proprio niente) di giardinaggio, cosa vai a metterci il becco?

E voi cosa ne pensate?

giovedì 7 luglio 2011

Piante grasse e sorprese

Negli ultimi giorni, ho innaffiato la scilla violacea (vedete il post che le ho già dedicato). Sposto un po' il vaso, e quasi seccata vedo sotto dei pallini neri, che subito sospetto siano sporcizia lasciata dalle lumache. Poi guardo bene, e mi accorgo che sono i semi della pianta, formatisi dopo l'ultima fioritura!


I semi maturi non ancora caduti, raccolti nella membrana verde, sono ben turgidi. Quelli già caduti sono lievemente raggrinziti.


Portate pazienza, ma le foto che ho scattato non possono mostrare le piccole rugosità dei semi più vecchi.
Un'ora fa, invece, trovo in giardino il cactus della prossima foto in fiore (credo che sia un Notocactus submammulosus, ma non ne sono sicura. Se avete idee più chiare sulla sua denominazione fatemi sapere).


Nel frattempo, nel fiore più a sinistra ci si posa un insetto nero. Mi appresto a togliere le erbe infestanti dal vaso per preparare il cactus al "servizio fotografico". Ma mentre strappo le prime erbacce, cosa ti vedo:


...cactus neonati! Cliccate sulla foto per ingrandirla, ho indicato o cerchiato in rosso i piccoli. Sono lunghi mezzo centimetro, verdi o rossicci a seconda dell'esposizione al sole, ed hanno già delle minuscole spinette bianche, quasi trasparenti, lunghe forse mezzo millimetro. Quando mi capita di fare simili scoperte, lascio i piccoli cactus dove sono, al riparo della "mamma", aspettando che crescano fino al momento in cui li potrò trapiantare, garantendogli una maggiore possibilità di attecchimento e sopravvivenza. Uno di questi nati, per curiosità, l'ho messo in vasetto per conto suo, in un posticino all'ombra, riparato. I cactus neonati vogliono più acqua di quelli adulti.
Se volete che anche i vostri cacti prolifichino, lasciate le fioriture appassite sul fusto. Se sono state fecondate resteranno attaccate alla pianta, e ingrosseranno alla base. Quando i semi saranno pronti, di un colore nero nero, gli ovari si apriranno, scoppieranno, lasciando cadere intorno alla pianta i semi. Continuate a innaffiare il vostro esemplare adulto, con delicatezza, i semi faranno da soli, se troveranno le condizioni e il terriccio adatto germineranno.
Chissà, forse un insetto come quello della foto ha favorito proprio la formazione dei semi dei giovanissimi cactus di questa "nidiata".


Cucciolo!

lunedì 4 luglio 2011

La limonaia del Castèl a Limone sul Garda


La mia gita di ieri.
Sulla costa bresciana del lago di Garda si trova la bellissima cittadina di Limone sul Garda. Questo paese è noto dal Settecento (tra le testimonianze più illustri, quella di Goethe) per la coltivazione di limoni, in una località che, nei secoli passati, era quella più a nord in Europa dove si potesse tentare con successo di impiantare agrumi. In realtà, tale coltivazione risale già a qualche secolo prima, ma proprio durante il secolo dei Lumi ha avuto il suo sviluppo maggiore.
Il turista che passi per questa parte di riviera gardesana può osservare le antiche strutture di limonaia ancora presenti, in parte utilizzate e restaurate, in parte rimaste nell'architettura delle abitazioni moderne che le hanno inglobate, ai piedi dei monti che scendono verso il lago.



Dal 2004 l'amministrazione comunale ha aperto al pubblico (biglietto d'ingresso per adulti: attualmente euro 2) una limonaia-museo da poco restrutturata, in cui è possibile percorrere i vari terrazzamenti (còle)in cui essa è divisa ammirando le piante di agrumi qui impiantate, ovvero limoni di varie specie, aranci, mandarini, kumquat, calamandini, pompelmi, cedri ecc.
Le limonaie erano costruzioni a più terrazze, affacciate in direzione del lago e costruite su numerosi pilastri di pietra, che in inverno erano copribili e chiudibili con tavole di legno per proteggere le piante dai rigori invernali. Erano degli ingegnosi metodi di coltivazione che permettevano ai contadini di beneficiare del mite clima lacustre senza aver niente da invidiare a quello mediterraneo, nemmeno in inverno, quando il Garda non sempre garantisce temperature sopra lo zero.


(Qui sopra: il deposito delle tavole di legno da usare in inverno. Nella terza foto invece si vede il sistema di assi per incastrare le tavole protettive in verticale).


Il dépliant informativo che viene fornito ai visitatori non lo dice, ma di sicuro agevola la coltivazione di piante che non amano le eccessive innaffiature anche il sistema di impianto in discesa, come succede nei giardini di cactus nel sud della Francia. Uno stratagemma che serve a far defluire più velocemente l'acqua rimasta nel terreno.


Gli alberi più grandi sono circondati da strutture di legno di sostegno. Il terreno usato, per quello che ho visto, è di tipo "leggero", per evitare i ristagni idrici. Sulle mura della limonaia, piante di capperi in fiore (se ne trovano in giro per tutto il paese di Limone). Sparse per la limonaia, anche altre sorprese vegetali, come qualche pianta grassa.



E' stato recuperato anche il sistema di irrigazione, e le canalette sono aperte con acqua freschissima che le percorre, dalle terrazze alte fino a quelle più in basso.


Nella foto qui sopra, un esemplare di calamandino, tutto chioma e niente fusto. Mi ricorda certi alberelli dipinti nei quadri medievali.


Finita la visita al museo, godetevi il paese di Limone, pieno di angoli e terrazzine da foto. Gli abitanti di Limone sono molto orgogliosi della peculiarità del loro paese: i limoni ce li hanno anche in ceramica sopra le porte e i garage!
E se volete farvi il bagno nel lago da queste parti, cercate di scendere in spiaggia al mattino o nelle primissime ore del pomeriggio: dopo le quattro il sole scende dietro la montagna e l'ombra oscura le rive, con conseguente fuggi-fuggi dei turisti. A quell'ora, meglio gironzolare per il centro con un bel gelato al limone in mano!

sabato 2 luglio 2011

L'orto ai primi di luglio - tavolozza di verdi

Il mio orto ai primi di luglio è sempre un casotto. Molti sono gli ortaggi maturi o in via di maturazione. Le erbacce imperversano e le zanzare serali fanno passare la voglia di estirparle. Una panoramica dell'orto attuale:

Alle erbacce si aggiungono piantine di melissa che crescono dovunque, indomabili. Ve li ricordate i cavoli cappuccio appena messi a dimora (foto seguente, fila di cavoletti bianchi)? sono piuttosto cresciuti, soprattutto quelli bianchi e più esposti al sole (terza foto, cavoli cappuccio bianchi a sx e rossi a dx):


Dei cavoli cappuccio amo il colore verde-azzurro, che dà una nota diversa al verde monotono del resto dell'orto:

Altre piante aromatiche di colore simile possono essere scelte tra le artemisie, assenzio e ruta in particolare, che fanno dei cespugli alti fino a 80 cm. Sedano, melissa, rosmarino forniscono i verdi intensi. Stesse tonalità, ma in versione tappezzante, per la maggiorana e la santoreggia. La liquirizia ha un colore molto chiaro, grigio, e anche la salvia splendens ha foglie grigio-verdi molto luminose, ma dall'aspetto "felpato".
Nella foto successiva, un accostamento tra assenzio verde-azzurro (a sx), timo limone giallo-verde (al centro) misto a una piantina di menta piperita, e santoreggia (a dx). Il carlino in alto approfitta della foto per un momento di notorietà...

venerdì 1 luglio 2011

Gerani tricolori a Peschiera del Garda

Un allestimento semplice, ma d'effetto, sul ponte di Porta Brescia a Peschiera del Garda (VR):


Con dei semplici gerani bianchi e rossi sono state decorate in tricolore le sponde del ponte, che porta dal centro del paese verso il monumento agli artiglieri caduti in guerra.


I colori dei fiori dei gerani si mescolano tra loro, risaltando sul verde smeraldo del fiume Mincio.


Mi sembra un ottimo esempio per dimostrare come basta un pizzico di buon gusto per fare dei begli allestimenti, anche con poco.


Sullo sfondo, i bellissimi cipressi arilicensi misti ai pini marittimi.