lunedì 25 febbraio 2013

Manca poco...

Mentre i risultati delle elezioni, qualsiasi essi saranno, ci lasceranno comunque angosciati, pubblico un po' di belle foto che portano solo pensieri di speranza.
Le orchidee di mamma stanno esplodendo di fiori. La phalaenopsis grande e bianca e quella piccola viola fanno a gara a chi ne apre di più:



Le iris reticulata sono spuntate e preparano i boccioli. Un po' in ritardo rispetto all'anno scorso, forse perchè questo inverno non ho tenuto il vaso in serra. I bulbi sono gli stessi.
Anche narcisi e giacinti hanno emesso le prime foglie:


L'erba cipollina è uscita dalla terra dove si era ritirata. La valerianella locusta si è già fatta vedere nell'orto, ovviamente arrangiandosi da sola. Nessuno l'ha seminata, è arrivata qui per conto suo, dai campi vicini, da un paio d'anni.


Sui rametti nudi, che sembrano secchi, della clematide Nelly Moser, ci sono le prime grosse gemme:


E poi c'è Mimì, con la panzetta sempre più prominente:


E' scappata di casa due volte a gennaio, interi fine settimana durante i quali non sapevamo dove fosse, ma sapevamo con chi era: un gattone bianco e nero, forse selvatico, o accudito da qualcuno della contrada vicina. Lo abbiamo soprannominato "il puzzone di Moena", indovinate perchè. Veniva a cercarla in giardino, appena aprivamo la porta di casa Mimì fuggiva passandoci fra le gambe, per andare dal suo amore. Vedremo che gattini verrano fuori...
Manca poco alla primavera!

mercoledì 20 febbraio 2013

Quanto deve essere grande un orto?

Domanda tutt'altro che scontata. Ora che sono di Garden review, sto pensando al progetto per l'orto di quest'anno, e, nella mia politica di ottimizzazione delle miserabili risorse economiche di cui dispongo, sto valutando di ridimensionarlo. Il ridimensionamento però non mirerà semplicemente a ridurre l'estensione, ma a rendere in realtà più produttivo il mio fazzoletto di terra col minor sforzo possibile.
Allora, l'orto ideale, quanto deve essere grande? Le risposte di diversi giardinieri a questa domanda tendono, sotto un certo aspetto, a collimare.
Sentiamo alcuni pareri autorevoli:
Bisogna ammettere che è molto difficile dare una giusta dimensione agli orti per autoconsumo. Per esempio per due persone possono bastare, e forse già avanzano, cinque o sei piante di pomodori, qualche cespo di insalata, una decina di cavoli, tre-quattro broccoletti. [...] Il mio orto, è "l'orto che serve", dove cerco di piantare soltanto quello che penso di riuscire a mangiare, e sarà sempre troppo,  dove mi sbizzarrisco a provare cose nuove e sconosciute. (Renato Ronco, Il giardino delle regole infrante, Bluedizioni, p. 34).
Così Renato nel suo libro. Quando elenca in dettaglio le varietà che coltiva nel suo orto (che, sostiene, non è uno di quegli orti che oggi si usa allestire più per moda che per utilità), annovera: 5-6 pomodori per stagione, 6-7 insalate tipo canasta al mese, cavolo gigante di Madeira, una pianta di tomatillo per aromatizzare l'insalata, un solo spinacio della Nuova Zelanda, qualche varietà curiosa tipo la patata viola. Si aggiungono quattro piante di melanzana, un cetriolo, due zucchine, prezzemolo basilico rape cavoli ecc.
Renato mette l'accento su un problema che tutti abbiamo avuto coltivando ortaggi: è più facile avere sovraproduzioni da scartare, che fallimenti (almeno parlando delle varietà più comuni). Chi non si è trovato con ceste di pomodori che non si sa più a chi rifilare per evitare di buttarli?
Consulto anche Le stagioni del maestro giardiniere, dove Carlo Pagani, per mezzo della penna di Mimma Pallavicini, diffonde i suoi consigli. Ma qui, il problema della giusta dimensione dell'orto non viene posto, per dare invece suggerimenti a chi di spazio non ne ha per niente, ma può ricorrere a orto-frutteto in vaso, orto verticale, orto nel portascarpe (!), orto nelle bottiglie di plastica... Insomma, l'orto e il non-spazio, al limite di ogni possibilità umana e vegetale...
Messe da parte le stagioni del giardiniere miracolistico, apro Un giardino senza veleni, volumetto edito da red! per la collana red!Casa, scritto da Bénédicte Boudassou. A pag. 18, l'autrice mette in guardia gli aspiranti ortolani oberati di impegni:
Se non avete molto tempo da dedicare al giardinaggio, moderate le vostre ambizioni ortive e scegliete preferibilmente radicchio, pomodori, insalata e carote che producono molto e richiedono poche cure al di là dell'innaffiatura. Le erbe aromatiche si coltivano in poco spazio: riservate loro un piccolo quadrato di terra oppure spargetele ai bordi dei cespugli. Utilizzate tutta la superficie possibile associando le colture. [...] Sfruttate le recinzioni per appoggiarvi i pomodori, che non amano il vento, e i cetrioli.
La citazione accenna a questioni che non approfondisco ora (l'associazione di colture meriterebbe uno spazio a parte). Per entrare nel vivo della domanda da cui sono partita, riporto che la Boudassou sottolinea che "in un'aiuola di 5 mq coltivata con un solo ortaggio, potete aspettarvi di raccogliere: aglio - 5 teste; carciofi - 40 teste; carote - 15kg; cavolfiori - 10 kg; fagioli (sgranati) - 3 kg; cipolle - 10kg; peperoni - 10 kg; piselli (sgranati) - 3 kg". 
Insomma, una conferma al fatto che, per un buon orto, lo spazio è un problema molto relativo. Ma ne avevo toccato l'argomento dimostrando come si possa progettarne uno in un metro quadro, in questo post.

Domanda: posso sintetizzare dicendo che, per due persone che ci lavorano, un orto che abbia un'ampiezza di 15-20 mq dà loro una produzione che può più che bastare, sia come raccolto che come impegno per le cure? Intendo due persone che non siano in pensione e abbiano solo mezz'ora al giorno di tempo per il giardinaggio.

Il mio orto la scorsa primavera, quando le prime semine vedevano la luce.

Ora, vi parlo della mia esperienza.
Ho descritto in questo post il progetto 2011 (più che altro, l'elenco delle varietà coltivate), e in quest'altro il progetto 2012.
Da quasi quattro anni, ho a disposizione un orto della pezzatura di circa 66 mq (6m x 11m). Lo spazio coltivabile al netto delle perenni, collocate prevalentemente lungo i bordi, e al netto dei sentieri, sarà di 45-50 mq. Anni addietro, mi dedicavo a uno spazio ridotto a meno di un terzo di questo, un paio di aiuole, perchè ero "in prestito" da mio padre. Oggi il papà ha un altro orto, perchè sono riuscita a spodestarlo da questo attuale che era tutto suo (c'èe stata una lotta dinastica, tipo Zeus contro Crono).
In questi anni, ogni estate, delle 7 aiuole di cui è composto il mio orto per gli ortaggi sottoposti a rotazione (i famosi 45-50 mq netti), per forza di cose una è sempre rimasta incolta o alla fine abbandonata a se stessa, nonostante nel progetto iniziale avesse una destinazione precisa. E non era sempre la più lontana da innaffiare, l'anno scorso era proprio quella centrale, all'epoca destinata ai cavoli neri di Toscana, che sono nati, cresciuti, sono stati sbranati dalle cimici di terra e non più sostituiti da alcun ortaggio. Considerate che all'orto stiamo dietro in due, io e mio marito, dedicandogli i fine settimana in primavera e tutte le serate all'ora del tramonto in estate, per innaffiare.

Quindi, questa primavera:
- ridurrò l'orto di almeno tre aiuole, per destinarle a una nuova funzione di cui parlerò se metterò in pratica davvero la mia idea. Punto piuttosto ad aumentare la produzione delle aiuole che rimarranno, che per due persone saranno più che sufficienti;
- separerò nettamente l'orto in due sezioni: quella al sole, per i peperoncini e il basilico, e quella all'ombra, per le insalate;
- valuterò, su insistente insistenza del marito-maritozzo, la realizzazione di un sistema di irrigazione automatico.
La garden review non finisce qui. Spero al più presto di pubblicare il progetto per l'orto 2013.

domenica 17 febbraio 2013

Appuntamenti speciali di primavera.

Non manca molto alla primavera, infatti vivai e professionisti cominciano ad organizzare eventi, corsi e incontri per gli appassionati di piante e fiori. Io ho sfoderato l'agendina, e mi sono segnata diverse date interessanti; tra queste, spiccano gli eventi in programma presso i vivai Priola di Treviso, di cui vi ho parlato in un post l'ottobre scorso, a seguito di una mia visita.
I vivai Priola sono celebri per il vasto catalogo di perenni e graminacee che curano da anni, uno dei più forniti e dei più completi d'Italia (verificato con i miei occhi e testato personalmente), e a cui fanno riferimento grandi professionisti e giornalisti del verde.
Prendete appunti anche voi:
- il 16 e il 17 marzo, si terranno I giorni delle Viole. Ospite: Mariella Sleiter, giornalista di La Repubblica. Verranno esposte numerosissime varietà di viole, alcune anche acquistabili. Il sito del vivaio, attualmente, le anticipa elencandone i nomi, e fornendo  utili consigli per la loro coltivazione (qui il link);


- il 13 aprile, Alla scoperta delle piante amiche. Il 14 aprile, I giardini di Ferrante Gorian, paesaggista del Novecento;


- il 18 e il 19 maggio, le giornate saranno dedicate al tema Il giardino delle farfalle. Ospite il celebre paesaggista Carlo Contesso, noto per i suoi progetti e per i suoi articoli di giardinaggio sul Corriere della Sera.
Durante tutti questi appuntamenti, i vivai Priola saranno aperti dalle 9.00 per tutto il giorno. Ottime occasioni per visionare le loro piante, di cui potete scorrere i cataloghi sul sito dell'azienda. E' possibile anche effettuare ordini tramite il negozio on line. Troverete sicuramente degli spunti nuovi per i vostri spazi verdi.
Se abitate distanti da Treviso, e non l'avete mai vistata, programmatevi anche per fare una gita nella città, molto suggestiva. I vivai Priola si trovano vicino al centro cittadino.

P.S.: avrete notato, in alto, che ho creato una nuova pagina nel blog intitolata "Agenda 2013 - eventi e manifestazioni". Si tratta di un'agendina virtuale per me e per voi, che amate la natura e i fiori, per tenere a mente date importanti.

venerdì 15 febbraio 2013

Prima vittima dell'inverno.

Un acquisto di settembre:


Su un banco di uno dei vivai che visito più spesso, vedo una serie di vasi con queste magnifiche piante, ricche di grappoli di campanelli candidi dal cui centro si affacciano delle simpatiche corolline rosse, come linguette spernacchianti. Guardo il cartellino, "clerodendron", mai sentito, ovviamente compro.
Pessima idea. Tornata a casa, cerco su internet e sulla Garzantina di Ippolito Pizzetti. Il clerodendro, il cui nome significa "albero dei preti", è una rampicante (signori vivaisti, perchè vendete certi esemplari come fossero cespuglietti se tali non restano?) e soffre il freddo (signora Marta, perchè fa acquisti alla cieca, lei che abita nell'angolo più gelido della provincia veronese?).
Ad ogni modo, punto tutto sul far svernare la pianta in serra, e lì, a ottobre, la ricovero.
In novembre, durante la vacanza a Tenerife, mi imbatto in un clerodendro del luogo, e contenta di potergli dare un nome, faccio un paio di foto all'esemplare, un po' malconcio ma effettivamente intento ad arrampicarsi:



A dicembre, controllo il mio clerodendro in serra: perde tutte le foglie, da verdi. Non capisco perchè, somministro acqua. Atto scellerato: a fine gennaio, dopo aver trascurato di visitare le piante per troppi giorni, trovo il clerodendro rinsecchito e con qualche macchia di muffa grigia e pelosa sui rametti. La pianta sembra mummificata.
Coi capelli dritti, prendo il vaso, taglio i rami più marci e cambio totalmente il terriccio, che scopro eccessivamente impregnato di acqua semistagnante. Le radici sono ancora forti, ma non capisco se sono già andate o posso sperare in una "resurrezione" della pianta. La tengo in casa, ma osservandola in questi giorni, la sensazione è che il clerodendro abbia intrapreso il suo viaggio verso il paradiso delle piante vittime di pessimi giardinieri... sigh.
La cosa che mi duole maggiormente, è aver scoperto sulla pianta, durante il rinvaso, i semi che aveva prodotto a fine autunno.



Li ho staccati, li ho aperti, li ho buttati in un bicchierino di acqua per vedere se andavano a fondo. No, tutti a galla, al 99% direi inutilizzabili per ammuffimento.
Un vero peccato.
Se fossi intervenuta prima, magari avrei salvato almeno quelli.
Nuova lezione della Garden review: prediligere esemplari adatti al nostro clima, e limitare le spericolatezze con esemplari che vogliono condizioni che non possiamo offrirgli. La serra non è la soluzione a tutto.

domenica 10 febbraio 2013

Riciclo, l'idea mi piace.

Una garden review che si rispetti deve passare per il riciclo.
Su Facebook, ho incontrato una pagina che raccoglie delle idee straordinarie su come reimpiegare gli oggetti d'uso quotidiano per non gettarli. Si chiama "Questo lo riciclo, ti piace l'idea?" (http://questoloriciclo.altervista.org). Molte soluzioni riguardano il giardinaggio, e le trovo semplicemente geniali! Alcune sono rintracciate sul web, altre offerte dai lettori che praticano bricolage.
FB, Questo lo riciclo, ti piace l'idea?
Un vaso di terracotta rotto trasformato in un micro-giardino da favola, con una felce, muschio e sempervirens. C'è pure la scala!



Un vaso diventa una piccola serra grazie all'applicazione della sezione alta di una bottiglia di plastica.



Buona domenica a tutti!

sabato 2 febbraio 2013

Febbraio: garden review.


L'inverno è attesa. Aspettare che la terra, dopo il riposo, si svegli. Ottobre, novembre, dicembre: mesi che sembrano durare un'eternità.
Ma febbraio ci dà qualche avvisaglia che l'inverno può finire, non sarà freddo per sempre. Le giornate si allungano, le nevicate si squagliano più in fretta.
E poi c'è questa aria indefinibile che si sente a san Valentino, che fa miagolare i gatti in amore e mettere il naso contro la finestra nella speranza di scorgere un raggio di sole.
Dopo tanto attendere, verrà marzo, con tutte le sue promesse e le sue fioriture repentine.
Si passerà dall'aspettare dell'inverno alle aspettative della primavera.

E' un attimo che il giardiniere si faccia trovare impreparato all'appuntamento con la bella stagione. Ogni anno è così.
Allora, io mi metto già in moto, tiro fuori le bustine di sementi, passo in rassegna i bulbi, prendo carta e penna e faccio progetti.
Un orto da ridimensionare, nuove specie da coltivare, voglia di tanti fiori e bisogno di razionalizzazione di spese e fatica, perchè ho molti impegni di vita privata e il mio stipendio è sempre più triste. Garden review.

P.S.: ieri ho ORDINATO IMPERIOSAMENTE al marito di uscire di casa per concimare l'orto. Colpo di fortuna: lui l'ha fatto, adesso piove, e la terra assorbe meglio.