martedì 22 gennaio 2013

La mia prima camelia

 

L'avevo detto in questo post che quest'anno avrei provato a coltivare una camelia. Mai avuta una, nemmeno in famiglia.
La prima settimana di gennaio comincio la mia esplorazione commerciale del territorio. Una prima occhiata a qualche vivaio "nazional-popolare" delle mie zone, e ne trovo uno in particolare che ne vende diverse a prezzo così così. Tra le tante, una colpisce i miei occhi e il mio cuore. Ma, con un certo sforzo per trattenermi dall'acquistarla subito, dentro mi dico "aspetto, devo informarmi sulle varietà più adatte... a me", me intesa come principiante assoluta.
Di lì a pochi giorni, segue un rapido scambio di messaggi e e-mail con Renato Ronco (qui il suo blog, non dovete perdervelo, e qui il mio post sul suo primo libro). I suoi consigli: acquistare una camelia vigorosa, che non sia stata tratta con ormoni, che di conseguenza non presenti boccioli multipli ma piuttosto preferire quelle un po' eziolate (Renato, sbagliami se mi correggo!).
Io, come Garibaldi, obbedisco, e batto a tappeto quei pochi vivai che a Verona vendono con un minimo di dignità camelie. Mi permetto di dire che non mi sembra sia una specie particolarmente amata dalle mie parti, dove è più facile -molto più facile- trovare ulivi e agrumi (forse per la presenza del lago). Per fare una ricerca seria, avrei dovuto scendere a Lucca, ma un viaggio così adesso non posso metterlo in programma. A dir il vero, sono stata a Lucca a fine dicembre, ma non ho avuto modo di fermarmi nei vivai.
Va be', a parte le mie vicissitudini personali, per farla breve le mie perlustrazioni vivaistiche non mi rendono dei gran risultati. Cercare piante eziolate, soprattutto in questa stagione di fioritura, non è semplice, perchè i negozi espongono la merce migliore, e camelie traboccanti di boccioli multiplissimi. Alla fine, torno al vivaio del mio "primo amore". La camelia che mi aveva colpito c'è ancora, nessuno l'ha comprata. Il vaso ha un diametro di 30-40 cm. La pianta ha due fiori aperti magnifici, eleganti e di un rosa delicatissimo. La pianta non è particolarmente eziolata, anche se la crescita del cespuglio è un po' irregolare. I boccioli non sono molti, le corolle credo siano semidoppie, un po' grandi rispetto ai consigli di Renato. Molto belle da vedere di profilo, con i petali un po' incurvati, non piatti, luminosi, posizionati in modo abbastanza arioso.
Sono innamorata, al cuor non si comanda.
La compro.
Si tratta di una camelia japonica Hagoromo. In internet, poche le informazioni a riguardo. Non trovo nulla nemmeno sui miei manuali.
Adesso sta vicino all'entrata di casa, addossata al muro e già involucrata nel tnt. Non perchè le camelie soffrano particolarmente il freddo, ma perchè non vorrei fosse troppo abituata alle temperature riscaldate del vivaio di provenienza (la serra dove stava non era gelida).


E adesso voglio proprio vedere. Sarò all'altezza? Sono già in dubbio: l'ho lasciata senza sotto vaso, per evitare ristagni. Precauzione superflua?
La mia prima missione: fare in modo che i boccioli che ha già non cadano ma si aprano tutti. E poi, verrà il bello: farla vivere, non semplicemente sopravvivere, e bene, mantenendo il fogliame di un buon colore e, super traguardo, farla rifiorire l'anno prossimo.
Mica poco. E' il mio primo amore sotto forma di camelia, questa love story avrà un lieto fine?

giovedì 17 gennaio 2013

Elleboro, mi cavi il cuore.



Domenica mattina, uscendo dal cancello di casa per andare a vivai, butto un occhio su un'aiola lì vicino, e uno specifico vaso attira la mia attenzione. Guardo dentro, la piantina striminzita che vi cresce è l'immagine della desolazione, e io sbotto:- Elleboro, MI CAVI IL CUORE.
L'avrò acquistato nei primi mesi del 2011. Ultimamente, nei vivai lo propongono spesso, perchè fiorisce in inverno e ne esistono varietà fantastiche, anche colorate. La mia pianta è una Royal Emma. Da quando l'ho acquistata non è più fiorita.
E questo è niente.
La prima estate ha continuato a consumarsi, finchè non le sono rimaste due foglie -due foglie due- ed era quasi morta. Con grandi acrobazie l'ho salvata, mettendola in un vaso più grande, di terracotta, in un luogo riparato dal sole, sotto dei cipressi. I primi mesi del 2012, ha emesso una nuova foglia. Per l'occasione avrei stappato lo spumante per la gioia. Poi, un'altra estate di crescita lentissima: un'altra foglia, bella grande, per carità, ma solo una.
Da ottobre ho spostato il vaso sotto un abete, protetto dal freddo eccessivo e pronto ad approfittare di qualsiasi debole raggio di sole invernale. Per ricompensarmi, sta emettendo un "coso" violastro, forse nuove foglie, che crescono all'esasperante velocità di un millimetro ogni due settimane.
Che agonia!
E chissà a quando il prossimo fiore.

Chiedo scusa per la mia latitanza di due settimane dal blog, ma ho tuttora problemi tecnici nel caricare immagini nei post, dovrò indagare sui motivi.

giovedì 3 gennaio 2013

Consuntivo giardinesco 2012 e preventivo 2013


immagine da ww.muffymartini.com
 
Un anno fa, scrissi un post su alcuni piccoli obiettivi da prefiggermi per il 2012 (qui il link). Obiettivi giardinicoli, si intende. Vediamo, a distanza di un anno, cosa sono riuscita a combinare:
- il "sogno mostruosamente proibito", ovvero la fioritura del selenicereus, non si è ancora avverato. Ma ci sto lavorando. La pianta è cresciuta, alcuni articoli si sono allungati parecchio, e godono di buona salute;
- l'albuca spiralis (cliccate sul suo nome per vedere il post correlato) è rifiorita e ha addirittura figliato; e anche la gardenia mi ha dato qualche fiore, recuperando un po' di salute grazie ad una intensa cura di lupini macinati;
- il phlebodium "sta meglio" e ne ho addirittura comprato un altro, di varietà sconosciuta, ma che mi pare più resistente (l'ho appeso in cucina così);
- la stella di Natale è vivissima e ha riemesso le brattee rosse (guardate qua, dò pure lezioni per coltivare le poinsettie).
Insomma, il bilancio annuale 2012 in giardino direi che è soddisfacente. Io stessa ho aumentato (parolone) le mie conoscenze teoriche di botanica stretta e storia del giardino leggendo molto in merito. Mi è capitata l'occasione, stante l'attuale crisi economica, di adocchiare alcune librerie in liquidazione. Mi ci sono fiondata dentro e ho saccheggiato i reparti "giardinaggio" facendo acquisti interessanti, come il famoso libro Il giardino d'ombra di Laura Pirovano in vendita con uno sconto del 75%! 

Il 2012 è stato anche l'anno della sperimentazione di nuove specie, come l'arancio Washington (che adesso ha quasi finito di maturare sei arance, le mie prime sei arance! o meglio, le prime sei arance mie e di mio marito, anche lui coinvolto nell'adozione di questa pianta), la zucca lunghissima di Sicilia, la santolina verde (che adesso riposa nell'orto sotto un piccolo riparo di tessuto non tessuto). In orto, si è arricchita la gamma di fragole con l'arrivo dell'ananassa e delle fragole con fiore rosso, aggiunte alle fragole tradizionali (se mi permette la semplificazione descrittiva) e a quelle di bosco. Il mirtillo americano, per il secondo anno ospite del mio orto, ha raddoppiato la produzione: da otto mirtilli del 2011 è passato a sedici mirtilli nel 2012. Eh sì, queste sono GRANDI soddisfazioni... Facendo due calcoli, quest'anno dovrei raccoglierne almeno trentadue... ci potrei fare una porzione di macedonia!

Gli insuccessi? Distratta da tanti nuovi acquisti, ho trascurato i cactus e ho quasi fatto fuori due mammillarie. L'hippeastrum non sembra molto voglioso di rifiorire (in preda all'entusiasmo, gli avevo a suo tempo dedicato addirittura una pagina del blog), e, soprattutto, mi sono giocata la fioritura primaverile delle rose nane potandole a marzo. Gran cavolata che non ripeterò.

Per il 2013 ho in mente una nuova sfida: coltivare una camelia. Devo decidere verso quale varietà orientarmi, una varietà che sia relativamente facile da seguire per un principiante, ma che abbia anche un qualcosa di affascinante. Da varie letture non mi risulta avere molti punti adatti per tenerne una, tranne un angolo di casa, ombroso e protetto, ma tentare con solo un esemplare sarebbe un buon punto di partenza per verificare quali soluzioni seguire per coltivarne eventualmente anche altri. O magari per desistere definitivamente dall'impresa... Un'amica, a maggio, mi ha fatto il magnifico dono di una Hydrangea macrofilla Ayesha (conosciuta come ortensia pop corn). Da quel momento, dopo una vita passata ad evitare di avvicinarmi al mondo delle acidofile, sono stata preda irrecuperabile del loro fascino. Sul comodino, ho spesso libri e libriccini che parlando di azalee, rododendri, camelie, ortensie, e tutto quanto possa appartenere al loro ammaliante mondo vegetale. 

Ma il risultato più interessante che ritengo di aver ottenuto nel 2012 è stato scoprire e frequentare tanti blog amici che mi hanno insegnato un sacco di cose. Molti sono condotti con umiltà, sincerità, voglia di imparare e condividere informazioni con gli altri. Alcuni parlano soprattutto di esperienze personali dirette (tra i più coinvolgenti), altri offrono, con chiarezza e completezza, articoli su argomenti specifici che riguardano il giardinaggio, il rispetto della natura, la consapevolezza spirituale che può scaturire dal curare un giardino e la conoscenza degli animali che ci stanno più vicini, ma che per questo sottovalutiamo. A tutti questi blog, che visito, cui mi sono unita come follower e su cui lascio qualche commento, voglio dire il mio GRAZIE e augurare un altro anno insieme di condivisione delle nostre passioni e delle nostre esperienze!