venerdì 23 dicembre 2011

Buon Natale!

Cari amici, il presepe di Ortinprogress 2011 è così: piccolo, essenziale, risparmioso.


Il Cereus Peruvianus sullo sfondo, tozzo e vigoroso, sorregge la stella cometa. Una lanternina è accesa vicino alla culla ancora vuota, un lumicino per me simbolo di speranza in un periodo che, economicamente parlando, non sarà facile per molti.
Faccio i più sinceri auguri di buon Natale a tutti voi che mi leggete e che partecipate al mio blog, coi vostri commenti e i vostri suggerimenti, dandomi la possibilità di imparare cose nuove, di migliorare questa pagina web e... anche l'orto. E faccio gli auguri anche a tutti coloro che semplicemente "bazzicano" di qui per qualche consiglio e informazione.
Buone feste!

mercoledì 21 dicembre 2011

Petali ricci a Natale

Anche quest'anno, il mercato propone nuove varietà della tradizionale Poinsettia (Euphorbia pulcherrima), la cosiddetta Stella di Natale.
La più bella di questa stagione, a mio parere, è questa, con curiose brattee arricciate:


L'ho regalata a una zia, ed è stata molto apprezzata. Può rappresentare un dono tipicamente natalizio ma con un tocco di originalità.
E se proprio vi piacciono le piante con i fiori a corolla arricciata, nei vivai cercate tra gli scaffali di mini-ciclamini:


Simpaticissimi. Ma non ho trovato il nome.

domenica 18 dicembre 2011

Attacco aereo alla pianta di cachi


L'inverno è sempre più vicino: stamattina tutto l'orto e la campagna circostante erano coperti di brina. Gli uccelli selvatici che non sono migrati hanno fame, e la mia pianta di cachi, che di foglie non ne ha più ma di cachi è ben provvista, è diventata una specie di mercato ortofrutticolo gratis. A una certa ora del pomeriggio, un piccolo stormo di uccelli la prende di mira, e con un discreto schiamazzo approfitta del banchetto, in mancanza di meglio. Ogni uccelletto sceglie un frutto (non becca mai quello degli altri) e si "spazzola" tutta la polpa, così che attaccata alla pianta resta solo la buccia.
Ho provato a fotografare l'evento, ma anche se ero un po' nascosta dalla finestra molti uccelli sono volati via. Meglio essere prudenti, avranno pensato, è pur sempre stagione di caccia...

venerdì 9 dicembre 2011

L'acqua a Versailles - the element of water in Versailles

I giardini di Versailles furono commissionati da Luigi XIV a Jean-Baptiste de La Quintinie, che si occupò dell'orto del re -il "potager du Roy"- e ad André Le Notre, il paesaggista che progettò il parco nel suo insieme.
Il sovrano francese aveva deciso di costruire un palazzo con depandances spettacolari e soprattutto degni di rappresentare la potenza del "re Sole". L'impulso gli era venuto dalla visita fatta, il 17 agosto 1661, in occasione di una festa, presso la magnifica tenuta di Nicolas Fouquet, sovrintendente alle Finanze. Lo splendore dei possedimenti di Fouquet avevano scatenato la sua ira, perchè il suddito aveva dimostrato di potersi permettere una villa più bella di quella del monarca. Fattolo arrestare con l'accusa di essersi arricchito indebitamente con le finanze statali, Luigi XIV decise di restaurare la vecchia e modesta tenuta di caccia di Versailles. La collocazione di Versailles, fuori dal centro della congestionata Parigi, e quindi lontano - ma non troppo - dalla nobiltà e dal popolo che quotidianamente attentavano alla vita del re, la rendevano adatta, per le possibilità di sviluppo che offriva, a soddisfare le ambizioni del re francese. Inoltre, permetteva di farne un luogo di svago e di villeggiatura nel periodo estivo.


Confesso di aver sempre pensato di preferire i piccoli giardini ai grandi parchi, perchè questi ultimi tendono a diventare troppo impersonali e freddi, a causa dell'ambizione che di solito li caratterizza. Ma appena messo piede a Versailles, dopo la visita al palazzo, mi sono ricreduta.
André Le Notre seppe progettare i grandi spazi che circondavano la reggia in modo sapiente e intelligente, realizzando al contempo un luogo ostentativo della potenza regale, e un giardino pieno di poesia, profondamente ispirato.
Per suscitare stupore nel visitatore dell'epoca (e non meno in quello di oggi), il celeberrimo progettista, seguito da un esercito di operai, giardinieri, e "fontaniers", ricorse moltissimo all'effetto sorprendente e imprevedibile dell'elemento acqua, creando innumerevoli fontane, da quelle di dimensioni più ridotte ai veri e propri laghi. Il Gran Canal centrale era navigabile, tanto che quattordici gondolieri veneziani erano stati reclutati per guidare le gondole che i dogi avevano regalato al re Sole, e che erano state collocate proprio a Versailles.


In genere, le fontane hanno decorazioni di carattere mitologico (la mitologia greca è il tema dominante dell'intero parco).
Molto suggestivo è l'ambiente ricreato in uno dei numerosi boschetti di Versailles (dove i nobili dell'epoca si rincorrevano la sera durante le loro avventure...), ovvero la Salle de Bal. Si tratta di un anfiteatro-fontana di marmo e conchiglie del Madagascar, che, inutile dirlo, veniva usato per le feste, e prevedeva uno spazio per l'orchestra, che suonava su una specie di isolotto creato sulla scalinata, e circondato dall'acqua delle innumerevoli cascatelle. Immaginatevi l'effetto... musica, acqua e luci notturne:


Qualche volta, il re Sole chiamava anche delle compagnie di attori perchè qui recitassero delle commedie. Decorano l'anfiteatro anche quattro vasi di piombo e quattro torce dorate. Non sia mai che con solo qualche miliardo di metri cubi  di acqua e con le conchiglie esotiche il giardinetto sembri troppo banale...


Un po' più in là, il giardino del re.


Di costruzione relativamente più recente, il Jardin du Roi conduce al Miroir, lo "specchio" dove il turista contemporaneo può apprezzare gli splendidi giochi d'acqua del laghetto, peraltro a ritmo di musica.
Non ho il video, ma vi lascio qualche immagine di leggiadri spruzzi (ocio: il laghetto è sorvegliato a vista, se andate a visitarlo e vi sedete sul meraviglioso pratino che lo circonda, come ho fatto io, la guardia vi fischia minacciosamente):





mercoledì 7 dicembre 2011

Christmas time a Verona

Le giornate dicembrine a Verona sono spesso nuvolose e piene di nebbia... un po' tristi... la tradizionale stella cometa è stata montata in piazza Bra:


Un'aiola di violette gialloblù cerca di rallegrare l'animo dei passanti...


Ma quando comincia ad avvicinarsi la sera, in ogni via è uno sfavillio di luci: una strana siepe a cuore poco prima della Casa di Giulietta:


Alberi di Natale su abeti tradizionali:

oppure a forma di cono:


E poi c'è il grande cedro in piazza Bra addobbato di luci scintillanti: il re del Natale di Verona:


L'odore fortissimo di frittelle delle bancarelle di Santa Lucia sotto di lui tende a rubargli la scena... eh, tutto quello zucchero, nel freddo dell'inverno, passeggiando in centro... come resistere?

domenica 27 novembre 2011

Sul lago ci sono ancora i pomodori

Mentre a casa mia, in questo periodo, fuori dalla serra, per certe piante è impossibile sopravvivere per il freddo (vedi le begonie del precedente post), non è così sulle sponde del lago di Garda. Nei pressi di Pacengo, in mezzo ai cespugli, mi è capitato di individuare piantine di pomodoro, vivissime. E con pomodorini maturi:



Queste piante sono nate al riparo di un salice, presumo da qualche seme scappato dal pic nic di un turista. Cosa curiosa, ma del tutto comprensibile, le piante, nate per conto loro, sono sane anche se nessun ortolano le ha curate.
In questo periodo, una passeggiata sul lago è per i veri amanti della natura: fino alle tre del pomeriggio in giro non c'è nessuno, si sente solo lo sciabordio delle onde. I ciottoli bianchi delle spiagge senza villeggiatori sembrano più luminosi:



Le foglie cadute dagli alberi hanno lasciato spazio ad un paesaggio essenziale, in cui si distinguono nettamente le forme dei tronchi:



Attorno, per contrasto, canneti e salici piangenti mostrano ancora i loro fogliami fitti e sottili:




Gli oleandri non sono più in fiore, ma in compenso si può studiare l'arrampicarsi silenzioso delle edere sulle cortecce:



Avrete capito che a me la domenica non piace passarla davanti alla tv...

mercoledì 23 novembre 2011

Questa era una begonia

Questo cadaverino di pianta, vicino alla viola del pensiero, fino a una settimana fa era una begonia:


Con le recenti gelate le begoniette sono collassate su se stesse:



Questo era un "fiore di vetro", un'Impatiens:


E questo era alisso:


Non avevate mai visto pubblicare piante marce, vero? Io lo faccio per mostrarvi l'importanza di avere una serra. Infatti, le begonie portate al riparo stanno benissimo:


Monitoro quotidianamente le temperature della serra grazie a due termometri attaccati uno al muro ed uno ad un pannello della serra, così vedo la differenza tra il lato più esterno e quello più interno. Finora, il muro ha sempre riportato, nelle notti più rigide, temperature tra i 10 e i 12 gradi, mentre fuori c'erano anche -4 gradi. Le begonie non si sono neanche accorte delle gelate.
Spero che continui così, i giorni più duri devono ancora arrivare.

domenica 20 novembre 2011

Cani e tessuto per proteggere le piante: love at first sight!

Qualche giorno fa, in vista delle imminenti gelate, ho sfoderato i miei nuovi sacchi di tessuto-non-tessuto per proteggere le piante più delicate in giardino e in orto. Ho avvolto il vaso di gelsomino, le piante di sedano, il cespuglio di assenzio (chissà quest'ultimo se resisterà al freddo invernale). Le altre piante sensibili alle basse temperature, ma non adatte a stare al buio in casa, le ho ritirate nella mia famosa serra nel sottoscala.
Peccato che nel frattempo un sacco mi sia stato scippato dai cani...


...non credevano ai loro occhi...


...un divertimento da pazzi, hanno strappato tutto il telo...


Canaglia! Come si fa a sgridarti con quel muso lì?!?

mercoledì 16 novembre 2011

Tre libri di giardinaggio, tra piante e letteratura


Un post per consigliarvi tre volumi interessanti.

Primo titolo: "Giardini di parole", di Giovanni Pellinghelli, pubblicato da Ortochiuso & C. nel 1997. E' una piccola antologia di brani tratti dalla letteratura di ogni epoca che hanno come argomento il giardino. Quello che interessa a Pellinghelli è infatti il giardino ricreato a parole, o meglio, i passi letterari in cui le parole lo ricreano, come in un trompe-l'oeil. Lo spunto per questa raccolta viene infatti dal famoso trompe-l'oeil fatto dipingere da Maria Teresa d'Austria nel palazzo dello Schoenbrunn, raffigurante un angolo di quel magnifico parco perchè la figlia Maria Elisabeth potesse goderne, vedendolo, anche d'inverno, al chiuso. Maria Elizabeth era infatti caduta in depressione dopo che il vaiolo aveva deturpato la sua bellezza, costringendola a ritirarsi dal pubblico sguardo e a nascondere il proprio viso dietro ad un velo, e a trovare un po' di consolazione passeggiando nei giardini dello Schoenbrunn.

Secondo titolo: "250 quesiti di giardinaggio risolti", scritto da Eva Mameli Calvino e Mario Calvino nel 1940 e ripubblicato di recente dalla Donzelli Editore. I genitori di Italo Calvino, il famoso scrittore, a loro volta celebri, ma come ricercatori e botanici, rispondono alle domande che il pubblico di tutta Italia gli porge in materia di coltivazione delle piante. Le risposte, sintetiche e precise, danno una soluzione scientifica ad ogni problema e sono ancora dei validissimi consigli per esperti ed amatori. Non perdetevi questo volume, è davvero interessante.

Infine, terzo titolo, un super classico che molti di voi già conosceranno: la garzantina "Fiori e Giardino", a cura di Ippolito Pizzetti. Questa piccola enciclopedia del giardinaggio non può mancare a casa vostra, i consigli del compianto Pizzetti sono preziosissimi, e si alternano spesso a citazioni letterarie riguardanti la pianta di cui l'autore sta trattando. Vi chiederete come mai un noto giardiniere si è preoccupato di inserire note di letteratura nel suo libro di argomento botanico. La risposta è presto data: Pizzetti era laureato in lettere...

venerdì 11 novembre 2011

Minuscoli giardini di cactus

"Ogni cosa piccola è bella" dice un haiku del poeta giapponese Sei Shonagon. Chi coltiva bonsai o piccole piante grasse lo sa.


Quando, più di dieci anni fa, cominciai a coltivare succulente, e leggevo tutti i manuali che trovavo sull'argomento, specie nei libri più vecchi trovavo immagini e consigli di coltivazione di piccole composizioni di cactus, che niente avevano a che fare con le composizioni che si trovano in commercio oggi. Quelle di oggi raggruppano insieme, in modo pacchiano, piante su piante in vasi curiosi e variopinti, senza mettere in risalto nessuna di loro. I vecchi manuali mi mostravano invece foto di microscopici giardini elegantissimi, coltivati in vasi semplici per dare valore ed effetto ai ritagli simulati di deserto che contenevano.


In questo sta la vera bellezza delle composizioni di cactus: scegliendo le specie che rimangono di piccole dimensioni per natura, si possono ricreare dei paesaggi che richiamano l'habitat naturale di queste piante.
Nelle foto che vi propongo, visto che col precedente post ho introdotto l'argomento dei vasi più improbabili che un giardiniere può inventarsi, vi mostro un pignattino di terracotta (diametro circa 18 cm) non più utilizzato in cucina perchè difettoso, in cui sono collocate una Opuntia microdasys e una Mammillaria fragilis, cactus che non crescono più alti di dodici centimetri, ed hanno esigenze idriche simili. In mezzo a loro, un sasso decorativo, trovato in montagna, simula un costone roccioso (almeno nelle mie ambizioni...).


Queste piantine vegetano in questo contenitore da più di dieci anni. Ogni due o tre anni è necessario estrarle per dividere i nuovi cespi e rimpicciolirle (restano piccole in altezza, ma si espandono) e per mettere nuovo terriccio. Le composizioni di questo tipo richiedono un terriccio ben aerato, misto a sabbia, perchè il vaso non ha un foro di drenaggio.
Se osservate bene la terza foto, noterete, alla sinistra della "O" di Ortinprogress, un bocciolo di fiore che la Mammillaria sta per aprire!

martedì 1 novembre 2011

Sull'arte di inventarsi nuovi vasi

Spesso si tratta di curiosi cache-pot del tutto sperimentali: un barattolo di plastica, un bussolotto strano apparentemente non riutilizzabile, un oggetto concavo a sufficienza per scatenare nella mente di un intrepido giardiniere l'idea per un nuovo vaso per le sue piante. L'arte di improvvisare contenitori per piante alternativi prima o poi l'abbiamo praticata tutti. Molto adatte a provare queste follie i cactus, piccoli e grandi, che in alcuni casi io ho sistemato così:
- in una tazzina di gelato commerciale:


- nel tappo di una bomboletta a spray:


Devo ancora decidere come sfruttare una vecchia bacinella da cucina che mio marito ha fuso lasciandola troppo vicino a un fuoco del fornello (era la sua adorata ciotola da pop corn, l'incidente per lui ha costituito una mezza tragedia):


Qua potrebbe starci un'altra composizione di cactus, in corrispondenza del buco potrei piazzarci dei sassi decorativi...

giovedì 27 ottobre 2011

Il mio cuore è un'insalata

Primo esperimento di post dedicato al benessere psicofisico del lettore: osservate attentamente le prossime immagini di serenità e immedesimatevi nella lucente e rigogliosa insalata autunnale...








Buona serata!