giovedì 16 febbraio 2012

Cenni sulla coltivazione delle orchidee Phalaenopsis


Tra i fiori più affascinanti al mondo, si sa, ci sono le orchidee; e tra le più amate piante di orchidee, spiccano le Phalaenopsis. Sempre più diffuse sul mercato a prezzi abbordabili e in varietà che per forma e colore attirano i compratori come api al miele, le Phalaenopsis (dal greco: "simile a una farfalla", per via della forma della corolla e della sua leggera mobilità sullo stelo) sono un ottimo punto di partenza per il principiante che voglia accostarsi alla coltivazione di queste specie esotiche. I loro fiori durano a lungo, e sono caratterizzati da bellissimi colori (bianco, fucsia, violetto, rosa,  addirittura verdino ecc.), che sbocciano su lunghi steli che si sviluppano dall'ascella delle foglie.
Il mondo delle orchidee è composto da varietà che possono essere molto dissimili tra di loro, in termini di necessità colturali. Le Phalaenopsis sono epifite: non resistono alla siccità, ma gradiscono un ambiente caldo umido, con temperature che non scendano mai sotto i 18 gradi e con una umidità compresa tra il 60 e il 70%. Allo stesso tempo, non apprezzano nemmeno le eccessive annaffiature, che le possono portare a morte per marciume. Per farla breve, se avete una casa discretamente calda, senza aria secca, potreste tentare di coltivarne una, e con un bel successo.



In questi giorni, sta fiorendo la Phalaenopsis bianca di mia madre (nelle foto). I nuovi steli, tutti sviluppatisi in casa da questo autunno, portano quarantun boccioli -che avrebbero potuto essere di più se un giorno, spostando il vaso, mia madre non lo avesse fatto cadere causando la rottura di due piccoli steli (incidente in seguito al quale mia madre non è riuscita a proferire parola per dieci minuti, per i sensi di colpa...)-.
Questo esemplare se ne sta collocato sul davanzale di una piccola finestra affacciata a est: gode di luce non troppo forte, tutto il giorno (da evitare la luce diretta e troppo intensa). Viene concimata ogni due settimane con concime specifico per orchidee e innaffiata più o meno con uguale ritmo, evitando ristagni nel vaso.
Alcuni coltivatori, per garantire la giusta umidità alle proprie amate orchidee, le pongono sopra un piatto di argilla espansa bagnata che produce l'umidità necessaria (ma il vaso non deve assorbire quell'acqua).
Il vaso: le radici delle Phalaenopsis devono "vedere" la luce. Ricoperte da una sostanza verdognola (il velamen), hanno infatti funzione fotosintetica. Quindi, le Phalaenopsis vanno sistemate in vasi trasparenti. Il rinvaso va effettuato dopo la fioritura, con terriccio specifico.


In questi giorni, molti vivai stanno allestendo delle esposizioni di orchidee, rare o prodotte su ampia scala; cogliete l'occasione per visitarle, vedrete, di sicuro ne comprerete una.

sabato 11 febbraio 2012

Un libro da regalare a san Valentino


Visto che san Valentino si sta avvicinando, ecco un'idea da regalare al vostro partner dedito al verde: "Herbarium amoris - La vita amorosa delle piante", di Edvard Koinberg, ed. Taschen 2009.
Il volume, di grosse dimensioni, raccoglie una carrellata di bellissime foto di corolle, boccioli e gemme, un insieme delle immagini più significative per rievocare le fasi della vegetazione secondo il calendario di Linneo. Il libro infatti è diviso in dodici capitoli, ognuno corrispondente a un mese linneano: glacialis (il mese corrente, dal 13 dicembre al 18 marzo), regelationis, germinationis, frondescentiae, florescentiae ecc. La natura è rappresentata nel suo evolversi dalla stagione fredda, con "l'ultima pianta verde", alla stagione calda, il culmine delle fioriture, durante quel processo in cui anche i vegetali, che nell'ottica di Linneo hanno una sessualità, perpetuano la propria specie.
Come il botanico svedese riporta nel suo Sponsalia Plantarum (1746): "I fiori sono [...] gli organi riproduttivi delle piante, ma si differenziano da quelli degli animali poichè consideriamo vergognosi gli organi riproduttivi di questi ultimi e ci imbarazza guardarli, motivo per il quale la natura li ha per lo più nascosti in un modo o nell'altro. Nel mondo vegetale, invece, tali organi non sono affatto nascosti; al contrario, di solito sono esposti apertamente, acciocchè tutti li vedano! Sono belli e attraenti più di ogni altra parte delle piante, tanto che suscitano la nostra attenzione e il nostro affetto e attirano i nostri sguardi avidi".
Consiglio però questo libro a persone che non si infastidiscono per gli errori di traduzione e di battitura: nelle prime pagine, dove viene presentato il calendario linneano, ho notato, con mio grande scandalo, un "EL CALENDARIO FLORALE DI CARLO LINNEO" (in dialetto o in spagnolo? che titolo sarebbe?). In fondo al volume, sotto il riepilogo del mese Messis, compare una "margherita giala". Peccato. La traduzione non è stata curata per essere all'altezza delle foto che accompagna. Quelle poche parole che ci sono (il libro è quasi tutto di immagini) vanificano in parte, coi loro errori, la bellezza dell'opera.

venerdì 10 febbraio 2012

Quiz: che bulbi sono?

Il calycantus in giardino non vuole ancora saperne di far sbocciare una sola delle sue corolline, se le tiene tutte strette per paura che gelino. Ho tagliato un paio dei suoi rami e li ho messi in vaso in casa, dove, grazie al tepore dell'appartamento, hanno schiuso i fiori e inondato il soggiorno di profumo:



Se Madre Natura non dà una mano, ci si deve per forza arrangiare.
Però, passeggiando nel prato, ho notato a terra una sorpresa, un annuncio di quella primavera che queste giornatacce di freddo mi avevano fatto dimenticare:


Sapete distinguere, da questi "cenni" di foglie, che bulbi sono?
Guardateli bene, osservate il colore e la disposizione geometrica delle foglie.
Avete capito?
Siete sicuri?


Soluzione: quelli indicati con la freccia rossa sono narcisi. Quello indicato con una freccia gialla è un giacinto. Se poi mi chiedete anche il loro colore, ah cari, lo sapremo a marzo!

venerdì 3 febbraio 2012

Poca neve e tanto freddo

Alla fine, qualche fiocchetto di neve è sceso. Poca roba, durata mezza giornata. Nel prato ce n'è solo qualche sporadica traccia, segnata da quelle che sembrerebbero impronte di merlo (penso merlo, perchè il passero saltella e se ne vedrebbero due affiancate; ma non sono sicura).
Un'impronta verso destra, un'impronta verso sinistra:


Ad ogni modo, in provincia di Verona ultimamente cerchiamo di non farci mancare nulla: se c'è un terremoto, vogliamo ogni tanto esserne l'epicentro (l'ultima scossa l'ho avvertita qualche giorno fa in casa, una scena da Jurassic Park: ho visto muoversi l'acqua nella bottiglia e sono schizzata fuori, tra il cigolio di mobili e lampadari. Le piante dondolavano divertite nella serra del sottoscala).
E se deve venire il freddo siberiano, ci teniamo ad essere la seconda città più fredda d'Italia. Alle cinque di mattina, in giardino, stamattina la temperatura era di -11 gradi. In serra è scesa pericolosamente attorno ai 2-3 gradi.
Nel pomeriggio ho controllato le piante: il limone ha diverse foglie gialle, non sono molto contenta; begonie, hippeastrum e violette sono invece in buone condizioni.


Nel momento in cui scrivo (ore 18.45) il termometro è già sceso a 0 gradi. Sono in apprensione per l'albuca spiralis, che finora si è difesa degnamente. Le indicazioni del cartellino del vivaio la descrivono capace di sopportare fino ai 5 gradi. Mmmh, per stanotte devo fabbricarle il cappottino?

mercoledì 1 febbraio 2012

Neanche un fiocchetto di neve

Niente. Tutti scrivono post o inneggiano su FB alla neve che gli cade in giardino. E da me, neanche un fiocchetto. Un cincinino, un granellino, un pulviscolino, non chiedo tanto. No, solo freddo. Cielo coperto e un'aria che ti passa la voglia di uscire di casa.


Gli uccelli scendono nell'orto e raspano col becco in terra, tristi poveretti, alla ricerca di cibo. Gli ho buttato qualche pezzetto di mela, più tardi vedo se ho qualcosa da sbriciolare per loro.
Una merla e un passero frugano tra le foglie secche della zona incolta dell'orto. Si mimetizzano perfettamente (nella foto li ho indicati con due frecce, rosse per la merla e verdi per il passero). Ho scattato la foto da dietro la finestra, di nascosto, perchè scappano subito se vedono movimento o se si sentono osservati dagli esseri umani.


Una coppia di tortore, infreddolite, si sono appollaiate stabilmente sulla pianta di cachi (sulla quale da tempo non c'è più neanche un frutto, tutto è stato divorato dagli storni). Ce ne sono di piante nei paraggi, ma loro stanno qui, forse perchè sanno che nessuno farà loro del male (nella foto seguente, sono indicate da due frecce fucsia. Anche in questo caso, l'immagine è stata scattata di nascosto, da qualche metro di distanza). Hanno scelto bene: è il mio orto!


A guardarle, io, con la mia speranza di neve, mi sento egoista. Probabilmente, le tortore staranno invece pensando: "speriamo che non nevichi"!