martedì 22 maggio 2012

Papaveri selvatici bianchi

Papaveri bianchi. Sul ciglio di una stretta strada asfaltata tra i campi. Una di quelle che conosci solo se abiti nelle vicinanze. Quelle strade che ci passano sì e no quelli che ci abitano. I contadini.
I papaveri bianchi li vede mio marito, mentre passiamo di lì in bicicletta. Cavolo, io non mi accorgo mai di niente, e questi sono proprio sotto il mio naso di amante del giardinaggio.
Non ne avevo mai visti. Qualcuno di voi li conosce? Ce n'è un cespuglio, uno solo, in mezzo a quelli -tantissimi- rossi.
Subito penso. Non sono la stessa cosa di quelli rossi, che non sono fiori, ma puro colore, capaci, in mucchio, di incendiare un campo intero anche nei giorni di pioggia. I papaveri sono il Rosso, il Colore più ardente, quattro petali fragili dipinti di fiamma. A questi bianchi, il colore rosso gli manca. Potrebbero essere fiori come tanti, i papaveri bianchi. A casa li rivedo in foto. Hanno le corolle spettinate nella brezza primaverile, come i loro fratellini rossi. I papaveri, fiori stropicciati, sembrano donnine distratte coi capelli arruffati. Visti così, però, in quelle pose piegate nel vento, i papaveri bianchi mi fanno venire in mente Marilyn, la sua lievità, quella gonna svolazzante sopra la griglia della metropolitana. Un'immagine sempre generosa, quella di Marilyn, che non si sottrae mai ai suoi ammiratori. Un'unicità che rende quasi soli, troppo belli per essere veri.


Per le strade di maggio, questo "peluche" che sembra neve d'estate. I filetti d'erba sbucano fuori, come da una nebbia bassissima.

Davanti a me, questa acacia, grande, frondosa. Fiori abbondanti, profumati. Una nuvola di fiori bianchi. Dietro all'acacia, un'altra grande nuvola bianca, ma questa è davvero una nuvola. Gas, vapori, sbuffi di nebbia che si rimescolano, si rincorrono e si accavallano per l'aria.
Maggio. Quando la primavera dà tutto, tanto e tanto, senza riserve. Più di quello che abbiamo seminato, più di quello che abbiamo aspettato e sperato, e calcolato. Maggio è il potere della natura, Natura cioè "quello che è nato", e adesso non solo è nato, ma straripa, eccede, ci inonda.


P.S.: dopo tutte queste mie belle parole, vi segnalo che tre giorni fa ho ripercorso la strada di campagna dove ho avvistato i papaveri bianchi la prima settimana di maggio, per vederli di nuovo e magari raccoglierne i semi. Di loro non c'è più niente, tutta l'erbaccia che cresceva lungo la rete di recinzione è stata bruciata con un diserbante dal contadino proprietario del campo attiguo. Non ho altro da aggiungere. Anche Marilyn è morta prematuramente... che peccato.

10 commenti:

  1. Bellissimi i papaveri bianchi ...non ne ho mai visti!
    francesca

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  2. Primo posto come miglior post letterario di quest'anno...hai un vero talento narrativo! ciao

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  3. Saranno papaveri albini? Belli e il paragone com Marilyn molto azzeccato!
    Ciao.

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  4. Grazie ragazze, la poesia è dovuta ai fumi dell'oppio emanati dai papaveri ah ah (sto scherzando...). Non so, ho consultato un manuale di fiori di campo, ma non vedo cenni ai rosolacci bianchi. Mistero.

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  5. Nel mio orto crescono solo papaveri rossi, mi hai fatto pensare a De Andrè e mi vado a sentire la canzone dei papaveri rossi ( la guerra di Piero se non sbaglio!)

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  6. De Andrè faceva spesso riferimenti alla natura (penso anche alla canzone di Marinella). Una caratteristica che purtroppo la musica italiana contemporanea ha trascurato.

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  7. Io non ne ho mai visti personalmente ma sul web ci sono tante immagini e pare siano abbastanza comuni.
    Nel linguaggio dei fiori è menzionato e significa sogno oppure incostanza e noia.
    Belli più dei rossi vero?
    Ciao Marta.

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  8. Beh, direi significati azzeccati!

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  9. bellissimi, io visto una volta in boccio, poi trovati rosa chiari come rolsolaccio, peccato epr i semi!!!!dove è il posto?

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    1. Nelle campagne di Custoza. Quest'anno non li ho visti.

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