sabato 21 aprile 2012

Nido di merlo moderno

L'alloro dietro casa era cresciuto troppo, e i miei hanno deciso di ridimensionarlo parecchio. Buona parte della sua fronda è stata rimossa a forza di sega e forbici da giardiniere. Tra un ramo e l'altro, è comparso un "alloggio di merlo". Penso proprio che sia di merlo, perchè mi sembra troppo grande per un passero e troppo piccolo per una tortora. Eccolo in una foto, appoggiato su uno sgabello:


Non finirò mai di stupirmi nell'osservare le opere frutto dell'istinto costruttivo degli animali. Nidi, tane, formicai, bozzoli. Quando mi capitano sotto gli occhi, il geometra che è in me (sono diplomata, ma svolgo tutt'altro mestiere) si ridesta e inizia a studiare questi prodotti di ingegneria naturale con grande curiosità.
Torniamo al nido. Avrà un diametro di 15-20 cm. Voltandolo, si possono vedere (non so però quanto le mie foto lo evidenzino, perchè lo appiattiscono) i rametti più robusti incrociati per sostenere gli altri rametti più piccoli e numerosi. Non capisco da quali il merlo abbia cominciato, forse da quelli più in basso per procedere verso l'alto. Sono ben saldati fra di loro con fango secco, misto a muschio (che forse si è formato in un secondo momento, durante l'inverno. O il merlo l'ha raccolto apposta per rendere il nido ancora più resistente e termicamente regolato?). A dir il vero, guardare questo capolavoro e non carpirne pienamente il segreto mi fa sentire stupida. E' così semplice e astuto allo stesso tempo. Non è costato niente, a parte un'attenta ricerca e selezione delle componenti.


Muovo il nido con delicatezza, ma non c'è pericolo che si rompa, è davvero solido. Ciò che più mi sbalordisce, è che tra i materiali impiegati per crearlo c'è pure la plastica! Ci sono infatti dei brandelli di sacchetto -o chissà che roba era- mezzi degradati e quindi morbidi e leggeri, un nastro sottile e trasparente e uno spago bianco, anch'essi di plastica, amalgamati al fango secco e perfettamente adattati per partecipare alla forma convessa del nido. Addirittura, un po' di sacchetto è stato usato per foderare il nido all'interno, assieme a foglie secche di alloro. Stupendo.
Nella terza foto, il nido visto di lato. E' resistito alla cova delle uova, all'inverno, agli scossoni inferti alla pianta durante la drastica potatura. Anche se non avessimo sfoltito l'albero, questo nido comunque non sarebbe stato riutilizzato. Cercando su internet ho trovato che il merlo non torna nei vecchi nidi. Non vedo infatti tracce di recenti passaggi di animale. Ho scoperto un'altra cosa: è la "merla" femmina a costruirli. Riconosco in effetti un certo buon gusto per l'arredo...
Inutile aggiungere che questo nido è pure profumato: di alloro, ovviamente.

6 commenti:

  1. Ciao, grazie per esserti iscritta al mio blog!
    Non potrebbe essere un nido di storno?
    So che in questo periodo ne fanno tanti e a casa vedo decine di storni ogni giorno e qualche merlo...
    Ottimo lavoro anche il tuo blog, complimenti!

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  2. Mah, chissà, magari hai ragione... in effetti non ho visto il merlo dentro il nido, però ce n'è uno che gira costantemente in giardino con un verme nel becco, rubato dalle mie aiole. Grazie a te, ci "vedremo" spesso!

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  3. Noi ne abbiamo uno nel groviglio dell'edera che avvolge la casa giusto sopra la porta d'ingresso ...non l'ho visto ma ogni volta che esco sento la merla che batte il becco furiosa ...che la stiamo disturbando!
    Ciao francesca

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  4. Cavolo si starà impossessando della casa! Io invece non ho mai avuto l'onore di trovare un nido di rondine sotto il cornicione. In cambio, ho assistito al primo volo di tre giovani cince.

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  5. Nooo, che meraviglia!
    Io sto seguendo la costruzione del nido dentra alla casetta nido che ho messo sull'albero da parte di una cinciallegra e presto pubblicherò le foto.
    Adoro gli uccellini!
    Ciao buon week end.

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  6. Passerò di sicuro a leggere il tuo post. Le cinciallegre sono stupende.

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