martedì 21 maggio 2013

Rimedi naturali per curare le rose


Come si fa, a maggio, a non dedicare un post alle rose? Quasi tutti, appassionati o meno, ne abbiamo una in giardino, magari piantata mille anni fa dalla nonna e oggi trascurata da tutta la famiglia...
Abbiamo sempre più a cuore il rispetto per l'ambiente; onde per cui quindi ho raccolto un po' di suggerimenti per coltivare amorevolmente le rose senza disperdere troppi veleni intorno a noi.


Un po' tutte le rose sono soggette a malattie fungine e attacchi di parassiti. Quando si decide di accoglierne una nel proprio giardino, è necessario prendere subito in considerazione degli elementi per garantirle una "piacevole dimora" e una buona salute. Non solo: se la pianta è coltivata correttamente, ne consegue una minore necessità di intervenire su di essa con fungicidi, insetticidi, veleni vari, e di conseguenza non dobbiamo incrinare gli equilibri naturali dei nostri spazi verdi.
Vediamo ora le più importanti operazioni da seguire per la cura naturale delle nostre rose.


Trovate alla vostra rosa la posizione giusta: le rose necessitano di un terreno che non trattenga troppo l'acqua, dove le loro profonde radici non debbano sopportare ristagni idrici. Il Ph del terreno deve essere neutro o leggermente alcalino, e la terra ben fertile e ricca. Gli esperti ci tengono a precisare che non va impiantata una rosa laddove ce n'era in precedenza un'altra da tanti anni, perchè troverebbe un terreno impoverito dei più rilevanti elementi nutritivi. Se si è obbligati a riempire lo spazio che prima era di un'altra rosa, la vecchia terra va rimossa praticando una larga buca da riempire con nuova terra, arricchita con concime organico.
Sempre per quel che riguarda la collocazione, ricordate che troppa umidità sulle foglie delle rose porta malattie fungine. Il vostro esemplare deve essere collocato a una certa distanza da altre piante di dimensioni importanti (tipo gli arbusti e gli alberi; altre piante di dimensioni più piccole invece possono essere associate con successo alle rose, come spiegherò più avanti), e, a seconda della varietà, dagli altri rosai (di solito almeno 50-60 cm, a seconda della grandezza del cespuglio completamente sviluppato). Le rose richiedono un ambiente con una buona circolazione dell'aria: questo significa che non devono trovarsi "addosso" altre piante che le soffochino, le mantengano umide o non facciano loro vedere il sole. Peggio ancora può essere lo sgocciolio di rugiada o di pioggia da un albero immediatamente sovrastante.

Altrettanto importante per la salute delle rose è provvedere regolarmente ad una equilibrata concimazione del terreno dove esse alloggiano: effettuate una concimazione di base tra novembre e marzo con concimi organici a cessione lenta (letame vecchio compostato, stallatico pellettato, sangue essiccato). Oppure, una volta e per tutto l'anno, a primavera distribuite la cornunghia, e proseguite da maggio in poi solo con le concimazioni idrosolubili, da sospendere al sopraggiungere della stagione fredda. Diversamente, il concime somministrato anche in inverno stimolerebbe le piante a sviluppare nuovi germogli, troppo deboli per resistere al gelo.
Parlando di concimazione nel dettaglio, va sottolineato che gli elementi di cui più le rose abbisognano sono l'azoto, il potassio ed il magnesio.
Il potassio in particolare rinforza la pianta per l'inverno e ne irrobustisce la struttura. La sua carenza invece si riscontra da crescita stentata, foglie giallastre e pochi fiori.
Gli eccessi di azoto, che causano lo sviluppo di un numero eccessivo di getti striminziti, rendono la pianta debole e attaccabile dai parassiti, che aggrediscono facilmente i tessuti deboli dei rami e delle foglie. Usate l'azoto da giugno in poi, perchè irrobustisce il legno. Qualsiasi elemento vogliate apportare al terreno, verificate sempre le dosi sul flacone o chiedete consiglio ad un vivaista esperto.
Una volta effettuate le concimazioni, le piante vanno innaffiate bene perchè non si brucino le radici a contatto con le sostanze distribuite.
Per evitare l'uso e l'abuso di sostanze chimiche attraverso le concimazioni, si può prevenire l'attacco di malattie fungine (come la ticchiolatura) applicando in primavera alle rose l'ossicloruro di rame. In caso le malattie micotiche si presentassero lo stesso durante l'estate, ricorrete alla poltiglia bordolese, un altro fungicida rameico. Il rame è un elemento che interferisce con la respirazione cellulare dei funghi, ostacolandone la prosperazione. Inoltre, rinforza le foglie delle rose. Facendo parte naturalmente delle sostanze che costituiscono il nutrimento delle piante, non è nocivo, ma va comunque somministrato con parsimonia, e sempre nelle giuste dosi.
Durante l'anno, i rami e le foglie colpiti da malattie fungine vanno rimossi, e subito bruciati. Se dispersi sul terreno in giardino, propagano ulteriormente le malattie, anche l'anno successivo.


Le malattie fungine a cui le rose sono più soggette sono:
- la ticchiolatura: si presenta sulle foglie come macchie scure e frastagliate; i nuclei delle spore si vedono sulla pagina inferiore. Le foglie colpite cadono dopo qualche giorno dal manifestarsi dei sintomi, lasciando la pianta miseramente spoglia (in seguito però ricaccia la vegetazione, ma questo le costerà un bello sforzo). La ticchiolatura si sviluppa in contesti caldi e umidi. In estate è importante non innaffiare nel tardo pomeriggio (l'umidità e le temperature estive elevate della sera sono ideali per il manifestarsi di questo fungo). La ticchiolatura si presenta spesso anche in autunno;
- l'oidio: si tratta di una sostanza bianca che ricopre come una leggera patina la superficie delle foglie. I getti nuovi scuriscono e muoiono. L'oidio compare con clima caldo e suolo troppo secco. Per evitarlo, non concimate con sostanze troppo ricche di azoto. E' infatti una malattia che privilegia le piante deboli. Ne risentono meno i rampicanti a foglia lucida;
- la ruggine: è una malattia che causa macchie giallo-arancio puntiformi sulla pagina superiore della foglia. Su quella inferiore, si vedono delle pustolette che diventano nere. Si sviluppa con estati fresche e umide.


Per avere un giardino che non necessiti di "veleni", state attenti alle varietà che vi coltivate. Tutto dipenderà dall'intelligenza delle vostre scelte di partenza. E' importante privilegiare le varietà che, in quanto ad esposizione, terreno e necessità idriche, soddisfano le caratteristiche del luogo che avete a disposizione. Va da sè che è inutile e oltretutto controproducente ostinarsi a coltivare esemplari molto sensibili ai ristagni idrici in zone costantemente umide, così come non ha senso collocare piante che hanno bisogno del sollievo di qualche ora d'ombra in estate in luoghi arsi dal sole. Se non si rispettano le esigenze delle piante, non ci si può aspettare che crescano sane senza continue cure e senza ricorrere a sostanze chimiche o inquinanti.
Nelle Stagioni del maestro giardiniere, Mimma Pallavicini e Carlo Pagani suggeriscono una serie di nomi di varietà consigliabili per la loro resistenza alle malattie più comuni. Ve ne dò una ridottissima selezione, un assaggio, presa da p. 24-25 (cito più estesamente il libro in fondo a questo post):
- rose a cespuglio resistenti alla ticchiolatura: "Prince Jardinier", "Philippe Noiret", "Scentimental", "Piano", "Cinderella", "Monferrato";
- rose particolarmente resistenti all'oidio: "Iceberg", "Foxy", "Memoire", "Botanica82" [sic! nei manuali si trova "Bonica82"], "Patte de Velours";
- una super rosa, resistente un po' a tutte le malattie fungine: la rosa "Knock out";
- da segnalare la splendida rosa Mutabilis: tra le rose antiche si distingue per la resistenza al caldo.
Un consiglio sempre valido per chi frequenta i vivai: acquistate piante sane già in vaso, ricordate di osservare attentamente lo stato della vostra nuova pianta appena la prendete dallo scaffale, per non portarvi a casa una causa persa in partenza...


Purtroppo, le rose sono soggette anche agli attacchi di numerosi e antipatici parassiti, che nelle infestazioni lievi causano solo danni estetici, ma nei casi più gravi mettono a repentaglio la sopravvivenza di piante di per sè stenterelle.
Diffusissimi afidi e pidocchi, che amano diffondersi sui rami deboli. Fanno loro concorrenza acari, larve di vespa, tentredini, bruchetti vari sotto forma di larve defogliatrici.
Il primo rimedio da opporre a questi spiacevoli invasori è la loro rimozione manuale, con un bastoncino o un sassetto. Un lavoro talvolta lungo e noioso, ma importante e rispettoso della natura. Se però l'infestazione è grave, si può ricorrere al sapone di Marsiglia diluito in acqua (oppure, un bicchiere di sapone liquido neutro in cinque litri d'acqua, da irrorare sulla pianta nelle ore non assolate). Questa miscela allontana gli insetti e, formando una sottilissima pellicola sulla pianta, ne impedisce il ritorno. Utile anche il macerato di rabarbaro, che si ottiene lasciando in acqua le foglie tritate, mescolando una volta al giorno, per 4-5 giorni. Filtrate e irrorate. Efficaci anche i macerati a base di assenzio, ruta, tanaceto volgare. Sono tutti rimedi naturali, che hanno la sola controindicazione di essere... puzzolentissimi. Vi segnalo qui il link del sito florablog per vedere in maniera particolareggiata come prepararli.
Da provare anche il decotto di ortica: si mescola l'ortica all'acqua, e si riscalda il tutto mezz'ora. Mescolate ogni giorno, finchè non fermenta più. Diluite e irrorate.
Sempre Carlo Pagani e Mimma Pallavicini suggeriscono un insetticida a base di un prodotto del metabolismo di un batterio del terreno presente in natura, il Saccharopolyspora spinosa: si tratta dello spinosad. Da usare come insetticida ma anche come fungicida contro l'oidio.
Oppure, alternativa interessante ai macerati, anche se dagli esiti più incerti, può essere il ricorso nel vostro giardino, acquistandoli in negozi specializzati, o favorendone la prosperazione, dei cosiddetti "insetti utili": coccinelle, vermi, maggiolini, ma anche uccelli (che ovviamente non sono insetti) che si sfamano di pidocchi e afidi, eliminandone le colonie dalle vostre piante. Di solito, vedere una coccinella, anche da sola, vicino a una pianta bombardata di afidi è un ottimo segnale: nel giro di un paio di giorni gli invasori spariscono, divorati.
Se tutte queste soluzioni non vi soddisfano, non vi resta che l'ultima spiaggia prima degli insetticidi chimici: i prodotti a base di piretro, altra sostanza naturale.


Rimanendo nell'ottica della prevenzione, ricorrete alla consociazione delle rose con altre piante. La consociazione è una forma di coltivazione che prevede di accostare piante di generi diversi affinchè esse traggano beneficio le une dalle altre. Posso garantire, per esperienza personale, che aglio, aglio ornamentale, erba cipollina, cipolla, piantati nelle strette vicinanze di una rosa, garantiscono una minore diffusione delle malattie causate da fungo. Ottima anche la consociazione con lavanda, salvia, e le piante aromatiche in genere, che chiedono poche innaffiature e non trattengono umidità in eccesso.

Riporto quanto ritracciato sul web, ma senza averlo ancora applicato per verificarlo: la birra irrobustisce i getti delle rose. Tamponare le foglie con birra chiara le rende più lucide. Lievito di birra aggiunto all'acqua (tre cucchiai per 10 litri) favorisce la fomazione di nuovi boccioli. Una lattina di birra e una tazza di ammoniaca, una tazza di sale inglese e due tazze di acqua fanno un concime naturale con un forte potere fertilizzante, da spruzzare sulle foglie.

Non sottovalutate l'importanza delle potature: effettuatele nei periodi corretti, a seconda della tipologia di rosa che avete. Eliminate sempre i getti deboli e i succhioni. Eliminate anche i primi fiori che sbocciano, una volta appassiti, ma lasciate invece i secondi, perchè matureranno i cinorrodi, ovvero le bacche rosse e molto ornamentali delle rose. Ricordate che le rose selvatiche non si potano. Reciderete i rami con un taglio netto, un paio di centimetri sopra la gemma. Il taglio dovrà inoltre essere obliquo, nel senso opposto a quello della gemma, per evitare che ristagnino presso di essa le gocce di acqua dopo l'innaffiatura.

Infine, provvedete, durante l'inverno, ad una adeguata protezione delle piante di rose: le rose in vaso e quelle in miniatura sono tra le più delicate. Accostatele a un muro o proteggetele col tnt e pacciamatele al piede. Innaffiatele quando non gela; in inverno serve di rado e di solito bastano le piogge meteoriche.


Per scrivere questo post, ho attinto informazioni da:
Un giardino senza veleni di Bénédicte Boudassou, ed. red!
I giardini venuti dal vento di Gabriella Buccioli, ed. Pendragon
Le stagioni del maestro giardiniere di Carlo Pagani e Mimma Pallavicini, ed. Vallardi
Rose - piccola enciclopedia di Andrea Rausch, ed. Gribaudo
Rose - le 100 più belle rose da balcone e da giardino di Thomas Hagen, ed. red!

19 commenti:

  1. Grazie per aver raccolto tutte queste informazioni. Anche io adoro le Rose e in questo periodo ne parliamo anche noi sul nostro blog.
    Un'altra rosa notoriamente resistente alle malattie è Pierre de Ronsard, di cui infatti abbiamo parlato. Ora mi faccio un giretto sugli altri tuoi post. Un saluto! Flora :-)

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    1. Grazie per due motivi: perchè trovo importantissimo scambiare pareri e info con gli amici blogger, e perchè per scrivere questo post c'ho messo più di venti giorni...

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    2. Marta io l'ho letto tutto tutto, e lo terrò a mente ogni volta che avrò bisogno per le mie rose! E anche per noi i pareri degli altri blogger sono preziosi, la cosa più bella è proprio lo scambio. Un abbraccio :-)

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  2. Bravissima!
    Il tempo che ci hai messo a scriverlo è valso la pena!
    Esaustivo, chiaro e ricco di suggerimenti utili.
    Io quest'anno non ho ancora avuto occasione di fare trattamenti preventivi sulle mie rose, se non la giusta concimazione.
    Appena finiscono i giorni di pioggia vedrò cosa fare e spero che tutta questa umidità non le faccia ammalare.
    Al limite procederò con qualche macerato naturale.
    Nel frattempo sto preparando il post con le foto, visto che sono appena fiorite.
    Ciao Marta, buon weekend!

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    1. Buon we anche a te! In attesa delle tue foto super suggestive!

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  3. Grazie Marta per questa bella sintesi sulla coltivazione delle rose; non avrò più bisogno di cercare altro, ripasserò sul tuo post.Le mie povere rose smangiucchiate dai cerbiatti hanno tanto bisogno di cure!

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  4. Mmmh, per i cerbiatti non ho suggerimenti... però per vederli un paio di fiori li sacrificherei... giusto un paio...

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  5. Ho mandato il link a chi si occupa del giardino.....

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  6. E 'incredibilmente interessante come la natura ci offre soluzioni. Ho apprezzato molto la lettura di prendersi cura delle rose.

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    1. La natura crea gli ostacoli ma anche il modo di superarli. Grazie.

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  7. Salve, vorrei chiedere un consiglio in merito alla coltivazione. Non riesco a capire come mai le mie piante si indeboliscono ed emettono getti fini e deboli. Che cosa posso fare? Ho la sensazione che pi§ concimo e più la pianta si indebolisce. Premetto che ho provveduto a concimare sia con concime organico che con concime a inorganico. Il terreno è argilloso. Ringrazio di cuore!!!

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    1. Difficile rispondere così in astratto, molte sono le variabili che intervengono nella crescita delle piante. Succede da sempre o nell'ultimo anno? Malattie fungine? Anche una cattiva illuminazione causa crescite stentate, eziolate; oppure tubature sotterranee di cui si ignorava la presenza possono limitare lo sviluppo delle radici negli arbusti e negli alberi. Per prima cosa: che piante sono? suppongo non acidofile, e mi pare di capire in piena terra, e non in vaso. Forse le concimazioni sono sbilanciate, e se eccessive causano uno sviluppo disarmonico o bruciano le radici. Ricordo che tre sono gli elementi chimici più determinanti: AZOTO per foglie verdi e rigogliose; FOSFORO per la crescita delle radici e lo sviluppo delle giovani piante; POTASSIO per lo sviluppo rigoroso e la resistenza a malattie e freddo. Controlla la composizione del concime chimico che hai già usato, e consulta un buon vivaista della zona per sapere se anche altri hanno/hanno avuto lo stesso problema, e come lo hanno risolto. In vendita sono disponibili kit per analizzare il terreno e concimi mirati su singoli elementi (ferro, potassio ecc.). Se è un problema di terreno, può servire anche più di un anno per risolverlo.

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    3. ...ma il peggioramento è cominciato quando ahimè ho dovuto occuparmi personalmente delle piante. Quando le curava mio padre erano sempre belle e rigogliose, purtroppo non mi ricordo cosa facesse. Mi ricordo che usava parecchio solfate di rame, le potava in febbraio e poi procedeva con una semplice zappatura e un po di concime, ma non molto. Sto cercando di fare anch'io queste operazioni ma non so dove sbaglio.
      A proposito della "luce" sono consapevole che influisca molto sulla crescita, infatti sto provvedendo a tagliare un po di piante in giro per dare più luce; il posto purtroppo è a nord-est della casa e quindi le piante ricevono il sole la mattina fino alle 11:00-11:30 circa. Le piante cmq non sono acidofile, ma sono delle rose tradizionali (quelle vendute tradizionalmente dai vivaisti e collocate in terra piena.
      Consultandomi un po in giro mi hanno consigliato di praticare con una "forca" dei fori alla base delle piante al fine di arieggiare il terreno poiché è molto compatto. Secondo lei è corretto o peggioro la situazione?
      Per far capire meglio la tipologia del problema è che gli steli normalmente hanno un diametro di 1 o 1,5 cm, mentre i "miei" in alcune piante sono di 0.5 cm e molto radi.
      A sto punto proverò a far analizzare il terreno da un vivaista. Nel frattempo smetterò di concimare con sostanze inorganiche (penso di aver esagerato) ed impiegerò solo sostanze organiche, ma solo all'inizio di settembre. Sinceramente non so più che pesci pigliare. Grazie!

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    4. Anch'io ho rose in quella posizione, una è un po' stiracchiata e fiorisce solo a destra. Ma per fortuna il terreno è sabbioso e la aiuta a resistere. Suo padre coltivava bene, e potava nei periodi giusti. Non so dove lei abiti: nel nord Italia ci sono i vivai Rose e bacche di Feletig a Torino, Campanella a Padova, Priola a Treviso, per citare i celeberrimi. A Pistoia i Barni. Ma anche tanti altri "piccoli" sono in gamba. Forcone? secondo me è una soluzione temporanea: si rischia di danneggiare le radici e il terreno, alla prima pioggia, si ricompatta. Ci faccia sapere come va a finire, ereditare piante da una persona cara è bello ma anche molto responsabilizzante.

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  8. le mie rose si coprono di una polverina bianca, qui da me si dice "le rose hanno preso il bianco"... esiste un rimedio naturale, qualcuno di voi me lo può suggerire? Milly

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