domenica 21 luglio 2013

More & mirtilli


Non avendo molto spazio, coltivo piante da frutto di piccole dimensioni. Dire "coltivo" ha del presuntuoso, perchè di sicuro le piantine che ho nel mio orto non richiedono la preparazione e l'impegno di un campo di vigne o di un meleto. Giusto una concimatina ogni tanto, irrigazioni regolari d'estate e un'occhiata settimanale ai parassiti. Poche cose, insomma.
Di conseguenza, anche i raccolti sono esigui, ma in compenso mi diverto tantissimo, perchè effettuarli non affatica, dà solo soddisfazioni.
Quali sono queste mie piantine da piccoli frutti?
Quelle del titolo, direte voi. Acuti osservatori.
Innanzitutto, il mirtillo: si tratta del mirtillo americano (ve lo ho già presentato in questo post). Acquistato in un garden center, ha aspettato mesi prima di trovare una collocazione. A differenza del mirtillo comune, il Vaccinium myrtillus produce frutti un po' più grossi. Come il suo cugino più "piccolo", è una piana diffusa nell'Europa settentrionale e in America. Ama il terreno un po' acido. A casa mia si accontenta di quello calcareo, ma ogni tanto un'innaffiatina di chelati di ferro contribuisce a dargli vigore e rendere le foglie più verdi.
Se avete in mente di coltivare mirtilli, sappiate che i manuali consigliano di impiantare almeno due cultivar diverse, per assicurare la fruttificazione attraverso l'impollinazione incrociata. Il mio mirtillo vive in solitudine e penso che resterà così per un bel pezzo. Dopo aver raddoppiato la produzione per due anni (sì, 8 mirtilli nel 2011, 16 nel 2012, scrupolosamente contati), quest'anno ne sta preparando una trentina. Snervante. Forse sto pagando il prezzo del terreno non adattissimo.
La messa a dimora delle piante di mirtillo va effettuata da marzo ad aprile. La potatura dei cespugli (i mirtilli comuni producono cespugli alti al massimo trenta centimetri) va fatta durante il riposo vegetativo, in tardo autunno, accorciando le piante circa della metà. Questo pare le renda più produttive nelle stagioni seguenti. Il mio mirtillino è così striminzito che l'ho risparmiato da questo trattamento.
Ecco, preparando il post mi sono accorta di non aver scattato neanche una foto al povero mortillo. In questo vecchio post era in fiore.


E poi ho le more. Regalo di un'amica della primavera 2012. La produzione di more avvenuta l'anno scorso è stata limitata a una decina di frutti. Quest'anno ho già raccolto tre scodelle (non le ho pesate), quindi la differenza dall'anno scorso è notevole.


Osservare il cambiamento di colore dei frutti che maturano è straordinario, perchè avviene passando attraverso più colori, dal verdino al verdino-giallo al rosato al rosso al nero, e ad "Arlecchino", nel senso che la mora si scurisce a pezzetti, una bacca dietro l'altra, drupeola dopo drupeola...



La mia pianta è un Rubus fruticosus, ovvero mora di rovo, nello specifico: con spine. Esistono anche le more di gelso, prodotte dall'albero di gelso, e quindi non da cespuglio. La loro raccolta avviene in altezza, sui rami della pianta.


La pianta di more è molto produttiva, resistente, al massimo soggetta alla cocciniglia. Richiede poche cure, buone irrigazioni, e attenzioni alla sua crescita, invadente. E' biennale: il primo anno si sviluppa, il secondo produce frutti e poi muore, sostituita però dai nuovi fusti che essa stessa produce. Esistono in commercio sia varietà che producono cespugli vigorosi ed eretti, sia varietà rampicanti. Tutti ne abbiamo visti in giro per le campagne, dove possono diffondersi facilmente allo stato selvatico.
Anche le more amano il terreno acido (e come il mirtillo a casa mia si accontentano di tutt'altro). Da impiantare in primavera. A fine estate, i rami che hanno già fruttificato andrebbero estirpati per rendere il cespuglio più aerato e scevro da inutili propaggini.


Usare le proprie more per una torta fatta in casa è una grandissima gioia. Provare per credere. Vi riporto una ricetta polacca per un dolce ai frutti di bosco, gentilmente messami a disposizione da mia madre, che per l'occasione (evento storico di rara frequenza) ne ha infornata una, sfruttando le mie more:

TORTA MERINGATA AI FRUTTI DI BOSCO

Ingredienti per la base:
- 400 g di farina
- 250 g di burro o margarina
- 5 cucchiai di zucchero
- 4 tuorli d'uovo
- un cucchiaino di lievito
- un pizzico di sale

Per la meringa:
- 6 albumi d'uovo
- 300 g di zucchero

Per la farcia:
- 4 bicchieri di frutti di bosco
- un cucchiaio di pane grattuggiato

Unire la farina con il lievito e mescolare il tutto con il burro. Aggiungere lo zucchero, i tuorli e impastare. Mettere in frigo per mezz'ora.
Stendere l'impasto e rivestire la forma con i bordi un po' rialzati. Mettere nel forno a 170 gradi per 15 minuti.
Montare gli albumi, a temperatura ambiente e senza tracce di tuorli, aggiungendo un po' alla volta lo zucchero.
Sulla base precotta della torta stendere la frutta lavata, asciugata e mescolata con il pane grattuggiato (che assorbirà il succo che la frutta potrebbe perdere). Cuocere 5 minuti.
Stendere la meringa, abbassare la temperatura a 150 gradi e infornare per altri 30 minuti finchè la meringa non sarà dorata.



Fantastica!

10 commenti:

  1. Io non so cucinare ed invidio molto chi lo sa fare!

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    1. A chi lo dici... infatti la torta non l'ho preparata io! Ciao Marcella

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  2. Che bella torta!
    i mirtilli, che ridere che li hai contati! Anche noi li abbiamo messi, 3 piante. L'hanno scorso un cucchiaio a testa, siamo in 2. Quest'anno, per ora zero, per fortuna il bosco nei dintorni è molto più generoso e ci siamo mangiati quelli selvatici, buoni.

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    1. Ciao Cincia, grazie per l'amicizia. Sì, li conto ogni anno, e finchè li posso contare vuol dire che son pochi... speriamo che questa pianta si impegni un po' di più!

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  3. torta fantastica non ho mai pensato di coltivare more ma mi hai fatto fare più di un pensiro

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    1. Visto poi come è facile coltivarle, ne varrebbe la pena.

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  4. Bella ricetta! forse riuscirò a farla in vacanza se i miei mirtilli intanto si decideranno a maturare!

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    1. I miei ultimi mirtilli si stanno cucinando già sulla pianta. Poverini, fa troppo caldo!

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  5. Peccato che le mie more stiano finendo, comunque sono buone anche mangiate direttamente nell'orto......

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