Chrysopogon zizanioides è il nome latino di una erbacea di cui tutti conoscono l'impiego profumiero, ma di cui pochissimi conoscono le caratteristiche botaniche:
il vetiver. Io ho scoperto di cosa si tratta durante l'esposizione di Murabilia, scambiando due parole con un vivaista dell'
Agraria Valfreddana.
Il vetiver è una poacea originaria dell'India, e il suo aspetto è quello di un cespuglio dalle lunghe foglie sottili, rigide, che possono raggiungere il metro e mezzo di lunghezza. E' da queste che si ottiene la meravigliosa essenza che spesso contraddistingue i profumi maschili? No. Il profumo del vetiver si estrae dalle sue radici, che hanno delle peculiarità molto interessanti.
Le radici del vetiver possono crescere in direzione verticale fino a 12 metri, in alcuni casi addirittura fino a 16. Da anni, in Asia e in Australia, questa pianta è coltivata come soluzione per fermare il terreno: il suo apparato radicale lo riempie in maniera fitta e durevole, tanto che, dopo un paio di anni dall'estirpazione della pianta, resiste in terra mantenendola compatta e calpestabile.
Gli studi sulle proprietà consolidanti e fitodepurative del vetiver ora sono in fase di sviluppo (un po' in ritardo rispetto ad altri paesi) anche in Italia.
Il vetiver non vuole acqua se non in fase di impianto. I suoi fiori sono violacei, raccolti in una infiorescenza. Per un privato, la sua coltivazione potrebbe costituire un lavoraccio: pur non trattandosi di una varietà infestante, bisogna prevedere da subito, prima della messa dimora, di collocarlo in un luogo in cui le radici possano distribuirsi indisturbate, e da cui non ci sia necessità di spostarlo spesso.
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Piantina di vetiver in vendita, a fianco di pianta cresciuta in tubo per mostrare la lunghezza dell'apparato radicale liberamente sviluppato. |
Un'ultima curiosità: con le foglie del vetiver si imbottiscono i cuscini per animali, che ne apprezzano l'odore e le proprietà antiparassitarie (in questo uso rientrano ad esempio i lettini per cani e gatti che vivono in appartamento).