Quest'anno ho immortalato, settimana dopo settimana, l'arrivo dell'autunno in quel pezzo di terra che coltivo a fiori e ortaggi... e che chiamerei giardino, se non fosse che mi sembra un atto di superbia chiamarlo così: dopo aver visto Ninfa, Villa d'Este e i lavori di tanti giardinieri di professione, lo chiamerò il mio Giardi-casìno.
Si comincia con le ortensie, alle quali non ho reciso le fioriture estive, proprio per godermele in questa stagione. I fiori, da bianchi, sono virati al verde e, a seguito di un posizionamento della pianta in un punto più assolato, si sono colorati di un rosa intenso. Sullo sfondo, la rete di parthenocissus quinquefolia comincia a cedere alle sfumature dell'autunno.
Ho scattato quasi sempre queste foto nell'ora del tramonto, che si verifica alle spalle della recinzione, inondandola di luce.
Alcuni rami di vite americana penzolano dalla pianta di cachi. Ne ho parlato anche l'anno scorso qui.
Per rendere il giardi-casino guardabile anche d'inverno, quando fino a febbraio-marzo non ci saranno fioriture o piante interessanti da ammirare, ho introdotto qua e là dei vecchi oggetti che oggi fanno "vintage". Lampadari rotti e catene arrugginite, appesi ai rami dell'albero di cachi, una mangiatoia per uccellini in legno (no, quella è recente), secchielli per il ghiaccio che da anni si impolveravano in cantina, piastrelle di recupero da passate restrutturazioni si sposano perfettamente con la natura che li circonda.
I cachi maturano, e sulla loro superficie compaiono meravigliose righette nere che sembrano disegnate da un pittore giapponese del XVIII secolo:
Il parthenocissus sfodera una gamma cromatica vastissima, che va dal verde intenso al giallo diafano al rosa tenero all'arancione fosforescente al rosso vibrante. Una tavolozza vivente, le cui sfumature sono determinate dalle diverse esposizioni solari o dalle correnti d'aria che la colpiscono:
Quest'anno però il grande protagonista del giardi-casino, nonchè new entry agognata da quando l'ho visto, regale, al Jardin des Plantes di Parigi (ma ne ho reperito i semi solo l'anno scorso in un aeroporto di Gran Canaria) è l'amaranto. Sulla bustina era classificato grossolanamente Amaranthus "Cola de zorro", cioè "Coda di volpe", uno dei suoi nomi comuni, senza ulteriori specifiche. Ne ho seminato diverse piante, e alcune sono cresciute notevolmente. Sono incantata dalle loro lunghe infiorescenze pendule, del caratteristico colore "amaranto": al primo tocco del vento, dondolano senza fare rumore, come ballerine in punta di piedi che danzano una musica impercettibile:
Intanto, le tonalità aranciate del giardino, mano a mano che ottobre procede col suo percorso, si sfaldano nel giallo oro o infuocano nei rossi più violenti:
Sono gli ultimi fuochi d'artificio della vite americana. Come ogni diva che si rispetti, riserva nel finale le performance più belle. Poi cala il sipario, la diva sparisce e se ne va: ci vediamo al prossimo spettacolo.
Proprio un rosso violento! Ma direi anche diva Callicarpa! Che specie è? io ne avevo una ma non aveva tutte quelle bacche così ordinate!!!
RispondiEliminaUn saluto!!
Pontos, che occhio! è una Callicarpa dichotoma Issai, presa da Priola due o tre autunni fa. Si autodissemina molto. Ciao!
EliminaCiao! Grazie mille! È davvero bellissima!
Elimina"L'autunno è la mia droga" diceva Snoopy, danzando richiuso dal riquadro di una antica vignetta.
RispondiEliminaSarebbe anche la mia, ma qui a terre basse raramente ci regala colori brillanti, soltiamente ci offre solo qualche giallo, e tanto bruno sbiadito colore delle foglie morte, poi cieli grigi e le prime nebbie.
Rimpiango in questa stagione l'avvampare fiammeggiante dei larici sui monti, che splendono contro lo zaffiro dei cieli dolomitici delle mie terre d'origine.
Snoopy Barone rosso, Snoopy avvocato, Snoopy scrittore... mancava solo Snoopy giardiniere! avrebbe avuto buon gusto.
EliminaBellissima tavolozza di colori, la natura è un'artista straordinaria. Ciao Marta!!
RispondiEliminaPatty, quanto tempo! sì, noi non abbiamo inventato niente. Bacioni!
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