lunedì 3 novembre 2014

Dietro le quinte della progettazione professionale di giardini: i vivai San Benedetto (VR)


Parlare di giardini significa anche confrontarsi con coloro che, per professione, ne realizzano il progetto e ne curano la sopravvivenza.
In questi giorni ho avuto la possibilità di parlare con Stefano Crestale, titolare della San Benedetto Group, un'importante azienda con sede a Peschiera del Garda (VR).
Immagini del giardino della sede di Peschiera.

Marta:- Ho visitato il vostro sito, e ho constatato che riporta alcune parole da considerare chiave o emblematiche delle attività e degli scopi della sua impresa. Una di queste è "gruppo", team, squadra.
Stefano Crestale:- La San Benedetto Group è una realtà aziendale nata negli anni Sessanta e costituita dall'unione e dal contributo sinergico di tre differenti imprese [tutte guidate dal signor Crestale, ndr]. Ognuna di esse costituisce una "sezione" del gruppo: Tecnica verde, che si occupa della progettazione dei giardini commissionatici e dell'attività di post vendita, che va dalla manutenzione completa di quanto abbiamo progettato alla manutenzione straordinaria o parziale dello stesso; Il Vivaio, la "fabbrica", se si può passare il termine, che riguarda la produzione delle piante e degli alberi che forniamo ad altri giardinieri o che usiamo noi stessi nei nostri giardini; infine, Il podere delle ortensie.
Un'immagine dei giardini curati dalla San Benedetto Group (foto dal loro sito).

Sempre dal vostro sito, mi sembra di capire che l'attività preponderante su tutte quelle che esercitate sia quella che vi impegna nella progettazione, più che nella coltivazione.
Sì, con Tecnica Verde ci dedichiamo alla progettazione prevalentemente di giardini privati. Il nostro lavoro ci porta a operare su degli spazi anche molto diversi tra di loro: possono essere un piccolo luogo verde di città, chiuso tra i palazzi; oppure un giardino che si apre sui vigneti della Valpolicella... in tutti i casi, noi cerchiamo di rendere questi luoghi "vivibili" e funzionali, senza perdere di vista il loro inserimento nel contesto del paesaggio circostante.

Infatti, la terza chiave della vostra presentazione si concentra su questo concetto: creare giardini senza perdere di vista il contesto paesaggistico.
Un bravo progettista deve saper creare armonia tra il giardino e il panorama che lo circonda, deve tener conto di una scala che va dallo spazio esterno, il "fuori" del giardino, allo spazio interno, il "dentro", ossia il giardino stesso, legato però anche all'architettura della casa che vi insiste.

L'azienda è stata fondata dai suoi genitori, che se ho letto bene sono gli autori della nota passeggiata sul lungolago di Peschiera.
All'epoca fu scelto il Pinus pinea, il pino domestico, un albero non autoctono delle zone del lago di Garda, ma che vi è stato introdotto un centinaio di anni fa, naturalizzandocisi molto bene. Una scelta che oggi, con una cultura del verde maggiore e più approfondita, forse non sarebbe più condivisa.
La passeggiata lungo il molo di Peschiera.

Vista con monte Baldo.

Il lungolago in centro a Peschiera. La passeggiata è molto nota e felicemente integrata al vissuto del paese.

Com'è cambiata la committenza dagli anni Sessanta a oggi?
Una volta, chi voleva fare un giardino andava in vivaio. Affiancato dal vivaista, sceglieva e disponeva le piante nel suo giardino. Forse c'era più buon gusto, ma si commettevano più errori. C'era solo conoscenza botanica, mentre oggi si dà rilievo anche all'aspetto paesaggistico del lavoro. Negli ultimi anni, la crisi economica sta creando ulteriori cambiamenti: mentre sparisce la classe media, riceviamo sempre più committenze da chi dispone di buone quantità di denaro. Questo ci permette di dedicarci a progetti importanti, ma una grossa disponibilità economica non rende un committente per forza un "buon committente". Il cliente saggio sa scegliere il suo professionista distinguendone le reali capacità, senza dar credito solo alla pubblicità o a promesse fuorvianti, magari dettate dall'appetibilità di un preventivo illusoriamente basso. Gran parte del nostro lavoro è consigliare i clienti a introdurre nei loro giardini piante che veramente sono adatte a quel clima o a quel terreno, perchè un giardino deve essere progettato per mantenersi nel futuro ed espandersi.

A proposito di crisi economica, voi come la affrontate?
Noi la combattiamo puntando all'eccellenza; il lavoro di squadra, basato sulla collaborazione di persone altamente specializzate in settori differenti tra di loro (architettura, botanica, contabilità, comunicazione ecc.) ci permette di inseguire l'eccellenza rendendoci ben identificabili nel panorama concorrenziale. E' necessario poter contare sull'appoggio di collaboratori, persone, di grande sensibilità. E non è facile trovarle. Un buon team permette non solo di ottenere l'incarico dopo essere stati scelti tra tanti altri professionisti, ma anche di renderlo concreto superando con successo tutte le  fasi che seguono: il progetto, la redazione del preventivo, la realizzazione materiale del giardino.
Una delle realizzazioni dell'azienda (foto tratta dal sito).

Avete uno stile preponderante sugli altri?
Prediligiamo quello di ispirazione "provenzale", nel senso che utilizziamo piante caratteristiche della Provenza, mediterranee se vogliamo definirle così, ma che ben si adattano al clima del lago di Garda. Siamo specializzati in ulivi, che vendiamo, ma utilizziamo molto anche i cipressi. Importante anche la scelta dei materiali, come la pietra, valorizzata in tutte le sue lavorazioni, dal rustico al contemporaneo.
Uno degli ulivi del giardino della sede di Peschiera.

Scorcio dal giardino della sede: alla base di un ulivo, sono state collocate sfere di bosso.

Cos'è il podere delle ortensie? La pagina a esso dedicata sul vostro sito non è ancora disponibile.
Si tratta del vivaio dedicato alle ortensie da collezione. Sono esemplari poco o per niente noti al grande pubblico. Per il momento ne ho 60 varietà, delle oltre 300 esistenti. Amo anche le acidofile, ma le tipologie di terreno che incontro nei giardini che mi vengono commissionati raramente mi consentono di utilizzarle.

Se un Comune del lago, o di altra zona d'Italia, le concedesse di riqualificare un terreno, magari uno spazio demaniale abbandonato, degradato, un luogo che le capita di vedere spesso passandoci davanti e che le fa pensare "io se potessi qui ci farei"... su quale interverrebbe?
Interverrei su quel tratto ferroviario dismesso che si estende tra Salionze e Peschiera del Garda. Lì si potrebbe intervenire con poco sforzo e con poca spesa. Basterebbe semplicemente "pulire" dai rovi e, senza dover inserire elementi naturali diversi da quelli esistenti e tipici della valle del Mincio, si potrebbe progettare, sempre con una spesa minima, ad esempio un percorso sugli alberi con l'uso di ponti di corda. Certo, bisognerebbe mettere opportunamente in sicurezza l'area per renderla usufruibile senza rischi per le persone, ma così si creerebbe lavoro e si renderebbe vivibile un luogo pubblico che a tutt'ora è sprecato.


Uno scorcio del tratto ferroviario abbandonato che affianca il corso del Mincio.

Un'ultima domanda: qual è la cosa che le piace di più del suo lavoro?
Portare una situazione dal "disastro" al "paradiso". Ovviamente, la soddisfazione del cliente è sempre la nostra.

Un'altra realizzazione della San Benedetto Group. Immagine tratta dal sito.

Si ringrazia la San Benedetto Group e il suo staff per aver gentilmente reso disponibili alcune foto del giardino del vivaio di Peschiera.
Rimando qui per la consultazione del sito dell'azienda.

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