Negli anni è scaduto in me il concetto del giardino "bello" perchè pieno di fiori, o di specie ricercate. Credo sempre meno ai giardini esuberanti, a quelli che ti schiaffano in faccia colori su colori, che pretendono di stupirti con belletti ed effetti speciali senza cuore.
Quest'estate ho tinteggiato di bianco delle sedie di legno e un tavolino pieghevole dell'Ikea. Li ho piazzati in mezzo al mio giardi-casino. Qualche sera mi sono seduta a sorseggiare un tè dal profumo fiorito e il sapore leggermente amaro. Intorno calava lentamente l'ombra notturna. Sembrava che tutto si concedesse un po' di oblio, dopo i clamori della giornata estiva. Le piante si mimetizzavano nell'oscurità, i grilli si accendevano nel campo vicino, il traffico della strada si rarefaceva. Io tiravo un sospiro di sollievo, finalmente c'era un po' di scampo da quello che sono le ossessioni quotidiane, del lavoro e di casa.
Poi è arrivato l'autunno, che ha riempito di colori il mio angolo verde senza che dovessi fare molto per quello spettacolo. Il parthenocissus è pittore di se stesso. Ho messo a dimora qualche bulbo, pensando con delizia non tanto ai fiori che ne sarebbero nati in primavera, quanto alle foglioline nuove e fresche che avrebbero attraversato la terra per venire alla luce, quando tutto intorno sarebbe stato ancora spoglio.
Adesso è inverno, guardo il giardi-casino dalla finestra; non ho niente da fare lì, se non appendere le palle di grasso per gli uccelli selvatici. Eppure apprezzo il mio giardino quasi più che nelle altre stagioni. Qualche bulbetto è sbucato da terra, ma non ho fretta che torni la primavera per vederlo fiorito. Anzi, per godermi di più l'inverno, la sua essenzialità, il suo privilegio di essere spoglio ma non per questo "morto", ho fatto un salto, dopo quasi vent'anni dalla mia prima visita, ai giardini Giusti.
L'inverno è la stagione ideale per visitare i giardini storici italiani. Quelli nati prima del Settecento sono costituiti per lo più da architetture topiarie e statue, che li rendono affascinanti anche quando non ci sono fioriture significative.
Muschio, bossi, fontane arricchiscono il silenzio di questi luoghi antichi ma ancora elegantissimi. Il giardino Giusti è curato e piuttosto frequentato tutto l'anno.
Gli agrumi, coltivati in vaso, in questo periodo sono ritirati in una vecchia serra. Nelle aiuole spoglie sono visibili i mucchietti di letame sparsi dai giardinieri per nutrire la terra...
Il giardino è strutturato in maniera tale che, percorrendolo, si sale un dislivello e gradualmente si gode della vista che si apre sempre più sulla città di Verona. All'orizzonte, il visitatore vede affacciarsi i tanti campanili che segnano le posizioni delle varie e numerose chiese cittadine. Quando sono arrivata nel punto più alto del giardino, hanno cominciato a suonare tutti insieme: era mezzogiorno. L'aria era tutta un concerto, una bellissima sorpresa. Di quelle che piacciono a me, di quelle che non c'è un biglietto da pagare, ma avvengono solo se le sai apprezzare.
Trovate delle bellissime foto di questi giardini e altri parchi veneti nel nuovissimo libro di Camilla Zanarotti e Dario Fusaro: I giardini delle ville venete.
L'inverno è la stagione ideale per visitare i giardini storici italiani. Quelli nati prima del Settecento sono costituiti per lo più da architetture topiarie e statue, che li rendono affascinanti anche quando non ci sono fioriture significative.
Muschio, bossi, fontane arricchiscono il silenzio di questi luoghi antichi ma ancora elegantissimi. Il giardino Giusti è curato e piuttosto frequentato tutto l'anno.
Gli agrumi, coltivati in vaso, in questo periodo sono ritirati in una vecchia serra. Nelle aiuole spoglie sono visibili i mucchietti di letame sparsi dai giardinieri per nutrire la terra...
Il giardino è strutturato in maniera tale che, percorrendolo, si sale un dislivello e gradualmente si gode della vista che si apre sempre più sulla città di Verona. All'orizzonte, il visitatore vede affacciarsi i tanti campanili che segnano le posizioni delle varie e numerose chiese cittadine. Quando sono arrivata nel punto più alto del giardino, hanno cominciato a suonare tutti insieme: era mezzogiorno. L'aria era tutta un concerto, una bellissima sorpresa. Di quelle che piacciono a me, di quelle che non c'è un biglietto da pagare, ma avvengono solo se le sai apprezzare.
Trovate delle bellissime foto di questi giardini e altri parchi veneti nel nuovissimo libro di Camilla Zanarotti e Dario Fusaro: I giardini delle ville venete.
Del 2014, editore Silvana, bilingue (italiano e inglese).
E se vi piacciono i giardini d'inverno, ecco un corso che fa per voi: organizzato dall'associazione Maestri di Giardino, l'ottavo Campus "Bello d'inverno", a Santa Marizza di Varmo (UD), i giorni 6-8 febbraio 2015.
E se vi piacciono i giardini d'inverno, ecco un corso che fa per voi: organizzato dall'associazione Maestri di Giardino, l'ottavo Campus "Bello d'inverno", a Santa Marizza di Varmo (UD), i giorni 6-8 febbraio 2015.
E dire che a molti i cipressi non piacciono perchè pensano che siano tristi, adatti solo ai cimiteri. Altri poi se la prendono col bosso più o meno per lo stesso motivo, dicono che ha odore di morti, che sa di camposanto.
RispondiEliminaE' vero il suo odore è forte ed è altrettanto vero che viene spesso usato in prossimità delle sepolture, ma che colpa ne ha lui? E che fastidio danno i morti?
Pensa ai crisantemi, poveretti...
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