venerdì 21 marzo 2014

Antiche camelie della Lucchesia


Nei giorni 15, 16, 22, 23, 29 e 30 marzo 2014 è in calendario la XXV manifestazione dedicata alle Antiche camelie della Lucchesia. Quest'anno non ho resistito e sabato scorso sono andata a farmi un giro.



Organizzata nel piccolo borgo di Pieve di Compito, che per l'occasione è raggiungibile solo tramite navetta (partenza dal parcheggio di Capànnori), la manifestazione si articola in più iniziative, in cui ovviamente le camelie la fanno da protagoniste assolute. In calendario sono previsti laboratori musicali, concerti, estemporanee di pittura, mostre di pittura, cerimonie del tè, degustazioni di tè, vendita di piante e prodotti locali, visite guidate ai camelieti e ai monumenti, degustazioni di acque sorgive del compitese, spettacoli...
La prima meta della mia visita, come previsto dal percorso appositamente studiato per i turisti, e che si snoda lungo tutto il borgo, è stata la mostra scientifica presso il Centro Culturale Compitese, che raccoglie moltissimi fiori delle varietà coltivate nel camelieto. Ho visto cose che voi umani...
Camelie color viola scuro (scusate se alcune delle varietà che elenco non hanno nome, ma non sempre ho rintracciato un cartellino):


Camelie con bordi sfrangiati come un garofano:


Camelie che sembrano boccioli di rosa:


Camelie variegate, camelie con petali giganteschi, camelie delle tonalità di rosa più romantiche:


Proseguendo la visita, sono arrivata all'Antica Chiusa Borrini. Avevo delle aspettative per questo luogo. Qui, nel 1990, un discendente della famiglia Borrini ha avviato una coltivazione sperimentale di Camellia Sinensis L., ovvero la pianta del tè. Un esperimento tutto nostrano, che ha portato alla produzione su piccola scala del "primo tè italiano". Un depliant della manifestazione lo definisce molto apprezzato anche all'estero, in quanto degustato a livello internazionale.

vista sulla coltivazione di camelie della Chiusa Borrini

Da un po' di tempo mi interesso di tè e della sua storia, a livello totalmente "amatoriale". Potete immaginare la mia emozione nel varcare la soglia della Chiusa... peccato che ciò che lì ho visto non sia stato all'altezza dei miei sogni. Un appezzamento di terra che mi permetto di definire incasinato, coltivato sì a camelie, ma pericoloso da percorrere sin dall'entrata (ovunque cartelli che mettevano in guardia dal sentiero scivoloso, e sistematelo cavolo, per non parlare delle legende per la classificazione delle varietà coltivate, sgangherate o scolorite dal sole). E questo era solo l'inizio.
Il punto di vendita del celebrato tè italiano era un gazebo con un tavolo su cui erano sparsi dei depliant, qualche espositore, e una limitatissima scelta di tè presentati in scatolette costosissime e pure loro sbiadite per eccessiva e prolungata esposizione al sole. Figuràtevi che qualità di contenuto. Ho tirato dritto sconvolta.


Tutta questa trascuratezza mi è davvero dispiaciuta: l'iniziativa è lodevole, ma c'è molto da migliorare, e spero che in futuro qualcuno apra un po' gli occhi e non si faccia scappare l'occasione di sviluppare bene questo progetto.
Per fortuna l'itinerario è proseguito per il bellissimo borgo di Pieve di Compito, tra mura antiche e case di pietra con piccoli giardini (in cui logicamente non manca mai una camelia). Scorci meravigliosi, e tanta tranquillità, visto che il traffico era bloccato e tutti i turisti potevano muoversi solo a piedi. Un po' perdendosi, perchè la cartellonistica del tragitto non era molto curata (per non dire inesistente).



ponticello di Capo di Vico
Approssimatosi il mezzogiorno, con mia madre e mio marito (miei accompagnatori, infaticabili sostenitori delle mie schizzatissime idee di viaggio) abbiamo fatto sosta prandiale alla Baita (ristorante della zona, menù di pochi piatti ma gran ben cucinati, dolci della casa fantastici e soprattutto prezzi bassi). E via alla tappa successiva: il Camellietum.



Qui finalmente il morale mi si è risollevato: il giardino monotematico è molto bello, dislocato su un crinale del monte, all'ombra del bosco, e diviso in diverse "stanze" che raccolgono varietà di camelia per lo più lucchesi e toscane, ma non solo. Lo spazio è concepito soprattutto per le varietà a rischio di estinzione. Il Camellietum è nato nel 2005, per conservare e salvaguardare le cultivar antiche in un luogo con terreno adatto (acido e ricco di acqua, come testimoniano i numerosi ruscelletti della zona). A suo tempo, l'inaugurazione ha visto coinvolti nomi importanti, come quelli di Mr Gregory Davis, Presidente dell'International Camellia Society, e del signo Kotaro Tanimoto, Presidente dell'Exporter's Tea Association di Shizuoka.
Mille ormai le cultivar collezionate in questo splendido giardino, regno di pace e di bellezza floreale.

la superba Camellia Japonica L. Contessa Lavinia Maggi Alba, a fiore doppio bianco puro

Camellia Japonica L. Hakuhan Kujaku

Camellia Japonica L. Niobe

Terminata la visita al camelieto, siamo tornati al borgo. Tra viette e vecchie mura medievali, siamo approdati a Villa Orsi, oggi agriturismo ed azienda agricola, dove abbiamo potuto assistere ad una cerimonia del tè all'aperto, con degustazione per gli osservatori.


bellissima ed elegantissima la signora che offriva le tazze di tè ai presenti

Magnifici gli esemplari di camelia anche in questa villa coltivati, alcuni divenuti alberi molto alti e dalla chioma piena di corolle. Nel giardino di Villa Orsi si contano almeno ottanta camelie antiche di grandi dimensioni.
Infine, il momento "sciòppin": una veloce visita al mercato dei vivaisti, allestito in un piccolo campo sportivo vicino alla Mostra scientifica attraversata in mattinata. Molte e belle le camelie vendute in vasi di non grandi dimensioni (fatti apposta per i turisti che sono costretti a tornare indietro sulla navetta, e non possono di certo portarsi dietro un baobab). Buoni i prezzi, che solo la zona produttiva d'origine può permettersi. Per cui abbiamo approfittato: mia madre scegliendo una varietà a fiore doppio e di due colori (mi sono dimenticata di segnarmi il nome, provvederò presto):

Camellia japonica Ville de Nantes

Io invece ho puntato su due camelie a fiore piccolo. Una è leggermente profumata, cosa abbastanza inconsueta per la specie:

Camellia japonica salveniensis, fiore bianco rosato semplice piccolo
L'altra ricorda un po' una peonia, coi suoi petaloidi doppi:

Camellia Japonica Gwenneth Morey, fiore bianco
Insomma, a me piacciono le "japoniche". L'acquisto ci è sembrato doppiamente interessante sia per il risparmio, sia perchè le piante sembrano già pronte per stare all'aperto, e non eccessivamente gonfiate di ormoni e di conseguenza sovraccariche di boccioli.

***
Un'ultima cosa: la Hagoromo che ho acquistato a gennaio dell'anno scorso è un tripudio di petali:


Per info sulla manifestazione delle Antiche Camelie della Lucchesia: www.camelielucchesia.it

Last week-end I visited the exhibition of the Camellias in the town of Camellias (Pieve di Compito, Lucca, Tuscany). The event of Antiche Camelie della Lucchesia (March 15, 16, 22, 23, 29, 30) includes many initiatives: flowers shows, ceremonies of tea, tea tastings, art exhibitions, concerts, guided tours in the Camellietum. Visitors can also buy plants of camellias. 
The Camellietum has been created to conserve and safeguarding ancient and pre-1900 cultivars of camellias. Opened on March 2005, in its perfect microclimate, moist and shady, and in its right soil conditions, about a thousand of plants live and bloom.
The Ancient Borrini enclosure conteins the first experimental plantation of Camellia Sinensis L. of Italy. This small plantation produces the first italian tea.
For more informations: www.camelielucchesia.it

10 commenti:

  1. ..che meraviglia! e che ricordi indelebili... la cerimonia del thè mi aveva davvero affascinatv per il silenzio, l'eleganza e la precisione dei gesti...
    E poi quei "tappeti di petali di camelie che spettacolo!
    Grazie per avermelo fatto ricordare!
    Un saluto da una toscana in terra di Langa
    Barbara

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  2. Ma che bel post per farci sognare.
    Sto proprio finendo ora di gustare una tazza di tè, bevanda di cui sono appassionata, il Darjeeling, uno dei miei preferiti.

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    1. Cara Vera, ho divorato con gli occhi i tuoi barattolini decorati per il tè! Sai che io ultimamente amo molto quello verde?

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  3. Marta, questo post mi fa sognare! adoro le camelie ed il tuo racconto mi ha fatto anche capire il perchè! grazie e mille di questi post :)

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    1. E pensare che ho snobbato questo genere per anni! Ora ne sono definitivamente conquistata! Ciao UGD

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  4. Sono stupende le camelie! Un mondo a sé, al pari delle rose. Qui da noi in Ticino si vedono spesso nei giardini. Anche in inverno.

    Saluti cari
    Cinzia

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  5. Ho letto con interesse e un po' di invidia questo tuo racconto. Ho pensato alla mia povera e resistentissima camelia, sopravvissuta alla mia incuria. Non so decidere dove metterla e l'ho un po' abbandonata a se stessa; di fronte a queste meraviglie prometto di occuparmene al più presto!

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    1. Se hai occasione, chiedi a Renato Ronco, a me l'anno scorso ha dato consigli semplici e mirati in merito!

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