Ci sono diversi gingko biloba in città a Verona. Due in particolare sono i miei preferiti, ossia quelli che stanno in piazza delle Poste, dietro a piazza dei Signori, in pieno centro.
E' da più di un mese che aspetto che il loro fogliame volga al giallo per fotografarli e mostrarveli. La prima volta sono andata a controllarli un mese fa, ma erano ancora verdi.
Per questo ho scritto il post sui balconi di Verona: i gingko biloba stanno all'angolo della via della casa di Romeo (via delle Arche scaligere), e ho dovuto occuparmi di un altro argomento in attesa del "foliage biloboso".
Una seconda capatina dieci giorni dopo, in pausa pranzo: i due alberi non erano ancora "pronti". Solo le foglie più alte erano gialle, quelle che non erano riparate dal freddo perchè superano il palazzo antistante.
Ma stamattina, finalmente, la mia attesa e la mia terza visita sono state premiate: i gingko biloba sono quasi del tutto gialli, giusto in tempo per darne notizia e permettere, a chi fosse curioso, di andarli a visitare prima che perdano le foglie.
Piantati, secondo me, troppo vicini, forse trent'anni fa; le chiome di questi due esemplari maturi ora sono un tutt'uno. Intorno a loro, un giardino pubblico tranquillo e il palazzo della prefettura. A due passi dai mercatini di Norimberga allestiti in piazza dei Signori (dove pare che lo scorso fine settimana ci fosse una bolgia infernale di turisti).
Di giorno, le fronde dei gingki si riflettono nelle finestre di un palazzo vicino: sembra che negli appartamenti ci sia un incendio.
Di sera, passeggiare sotto questi alberi è un sogno: se si alza la testa, sembra di assistere ad una pioggia d'oro rimasta sospesa nell'aria, come in un incantesimo.
Spero che, se mai doveste passare da Verona in questi giorni, andrete a salutare anche questi amici!
E' un albero d'oro!! Niente sosta a Verona, il mio biglietto da 9 euro era passato a 50!
RispondiEliminaPeccato.
Gasp! Per una deviazione così breve! Ci saranno occasioni più propizie, vedrai.
EliminaLa tua attesa è stata lunga; ma alla fine sei stata ripigata! Ne è valsa la pena. Ne ho uno vicino a casa; e quando porto a spasso il cane mi soffermo sempre a guardarlo... Soprattutto in questo periodo. Ho raccolto pure 4 frutti che ho aperto (non ti dico l'odore nausabondo!!!) e provo a seminare. Come si dice: se son gingko fioriranno (o meglio germoglieranno). Ciao
RispondiEliminaAh ah, pensa come quella puzza l'avrà sentita forte il tuo cagnetto che ha il fiuto sensibile per natura!
Eliminameravigliosi! pure i gingko della mia strada sono color oro, purtroppo però, sono alberi ancora relativamente giovani :-)
RispondiEliminaLi vedrai crescere e ti godrai tanti foliage!
EliminaAnche da noi ci sono dei Gnko. Li trovo straordinari. Con liriodedri e Liquindambar sono di modo in questi ultimi anni negli arredi pubblici. Scusa il termine ma li vedo soppiantare le ns "piante indigene". Premesso che mi piacciono tutti perchè sono essenze dai colori incendiari, provo un po di nostalgia per i nostri platani che una volta crescevano ai bordi delle strade provinciali e noi bambini guardavamo alle chiazze sulle loro cortecce per scoprire qualche figura strana, come si fa con le nuvole.
RispondiEliminaCome sempre, in medio stat virtus. Va bene specie nuove ed esotiche, ma nemmeno a discapito delle nostre. Mi hai fatto venire in mente i tartassatissimi platani della famosa Statale 11. A quelli non gli vuol bene nessuno, eppure a suo tempo sono stati piantati con un intento preciso, di cui ora non ci ricordiamo più.
EliminaDa botanico dilettante, ma con qualche esperienza, ho letto che sono stati aperti gli pseudofrutti maleodoranti del Ginkgo per estrarne i semi da seminare. I botanici esperti riferiscono però che la fecondazione in Ginkgo avviene quando il "frutto" è a terra, quindi bisogna aspettare abbastanza a lungo perché avvenga la maturazione del seme, se no esso non germina. Ho una teoria che cerca di spiegare il fetore; si sa che esso è dovuto a sostanze simili all'acido butirrico, ma la "puzza" è necessaria? Secondo me sì, proprio per evitare che il "frutto" sia mangiato da animali quando il seme non è ancora maturo. Credo quindi che i semi maturi vadano raccolti quando la parte carnosa ormai sia disfatta
RispondiEliminaUgo Laneri, RM